italyeuropeanruralparliament@gmail.com                        
                                                                                                                           
Non si può parlare di PAC ignorando la genesi.
La PAC esiste solo ed esclusivamente perchè i consumatori, cittadini europei, nonchè azionisti di maggioranza continuano a pagare le tasse, per alimentare il sistema dei sussidi in agricoltura.

Nel corso dei sessanta anni di vita, la PAC ha subito frequenti evoluzioni, proprio perchè gli azionisti di maggioranza sono diventati molto esigenti.

Una sorta di vero scambio,(verbale e non verbale) io cittadino europeo continuo a sostenere il mondo agricolo, pagando le tasse, tu agricoltore adotti una serie di soluzioni, a favore dell’ambiente, dell’alimentazione e del prossimo.

Se si dovesse interrompere questo patto tra galantuomini, il mondo agricolo non ne trarrebbe nessun beneficio, anzi!

” la Commissione europea ritira la legge sui pesticidi “ dimostra ancora una volta che è profondamente inadeguata, non è all’altezza della situazione, compie inversioni a U come  bere un caffè. Ma il caffè può rilevarsi amaro, molto.
  Gli “azionisti di maggioranza” già una volta l’hanno spuntata. Dove?…in Inghilterra e di certo non ci hanno rimesso!
Condividiamo due documenti eccezionali, il primo siamo nel 2009, in quei anni nasce la diatriba tra città e campagne in Inghilterra,  il secondo fotografa che è sufficiente uscire dall’Europa per risparmiare una montagna di soldi, diversamente destinate ad assistere il mondo agricolo,( l’80% delle risorse va a una piccola lobby (20%) di baciati dalla dea bendata )   che udite, udite,  festeggia per aver costretto l’UE a ritirare un documento preziosissimo per l’ambiente e per il prossimo.

2009 documento storico sull’avvio di una campagna antieuropeista  

Caro direttore,

è giusto finanziare l’agricoltura? Certo, ci mancherebbe, elargire i sussidi agricoli è doveroso, ma agli agricoltori veramente bisognosi. Ahimè non sempre è così. La Ue ha elargito mezzo milione di euro alla regina Elisabetta per la sua “fattoria” a Sandringham (la regina del Regno Unito ha un patrimonio personale di 300 milioni di euro), il figlio Carlo ha ricevuto “solo” 200mila euro per le sue tenute, il duca di Westminster invece (7 miliardi di euro di patrimonio personale) ha ricevuto 540mila euro in sussidi. Nella lista dei beneficiari c’è anche il miliardario Abramovich, tra l’altro proprietario della squadra di calcio del Chelsea, con oltre 500mila euro di sussidio. Milioni di persone in Europa hanno perso il lavoro e con le loro tasse si finanziano le fattorie di miliardari con l’hobby dell’agricoltore: alla faccia dell’equità sociale! Ma che cacchio combinano a Bruxelles?

                                 E lei dimentica di dire, che i sussidi dell’agricoltura se li sono presi anche, fra gli altri, il principe Alberto di Monaco (300mila euro l’anno), la multinazionale Nestlè (un milione di euro l’anno), la Royal Dutch Shell e la Philip Morris. I sussidi per l’agricoltura sono quasi metà del bilancio dell’Unione Europea: 50miliardi di euro su 126 miliardi totali (esattamente il 46 per cento). Cioè significa che ogni cittadino europeo spende in media 100 euro l’anno per la Pac, cioè la politica agricola comunitaria. In altre parole: una famigliola di quattro persone sacrifica quasi 400 euro l’anno sull’altare dei lupini dolci e della fecola di patate. E il risultato qual è? Un disastro. Intanto perché questi soldi vengono per lo più utilizzati per mantenere alti i prezzi, e dunque per la nostra famigliola europea si tratta di una doppia beffa: paga 400 euro l’anno per poter andare al supermercato e pagare insalata, albicocche e pomodori più del dovuto… Non vi pare assurdo? Se poi andiamo a spulciare fra i bilanci della Pac di questi ultimi anni, c’è da sbizzarrirsi. Per esempio: a un certo punto è partito un programma di aiuti per il lino in Spagna. Nel giro di pochi mesi le coltivazioni di lino in Spagna si sono moltiplicate, crescendo del 500 per cento, con particolare concentrazione nella regione Castiglia-La Mancia. Appena hanno cominciato a produrlo, però, si sono accorti che il lino spagnolo, essendo di pessima qualità per le caratteristiche del terreno e dell’ambiente, non può essere usato per i vestiti. E allora dove è stata dirottata l’ingente e costosa produzione di lino? Nel concime. Ma sicuro: milioni di euro per concimare le barbabietole con il lino. Chissà se almeno sono venute fuori eleganti… Ma nel corso degli anni è stato finanziato un po’ di tutto: dai foraggi disidratati al «premio speciale bovini maschi vitelloni», dal «premio macellazione per le giovenche» al contributo per le vacche nutrici, fino ad arrivare all’indennità speciale per ciascuna gallina che fa le uova nella Svezia settentrionale, con la giustificazione ufficiale che lassù (oh, che bella scoperta) fa molto freddo. E quest’ultima brillante iniziativa ci lascia un solenne dubbio: non è che il contributo gallina svedese servirà per comprare uno speciale cappotto-coccodè? La verità è che la politica agricola non ha nulla a che vedere con la difesa dei contadini e della campagne: difende qualche interesse più o meno lecito, le solite lobbies, Abramovich e la Regina d’Inghilterra. La chiamano Pac, ma è solo un pacco. Se vi resta ancora un po’ di euroforza, indignatevi.

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2021 L’Inghilterra è fuori. E tutto è destinato a cambiare. Dalla Pac al commercio interno europeo per cui si dovranno redigere dei trattati bilaterali. Ma ci guadagna l’inghilterra – a conti fatti – dalla sua uscita? La risposta è sì. Dal punto di vista Ue nel complessivo va a guadagnare – in termini cash – circa 7 miliardi di euro di cui 1,3 soltanto dall’agricoltura. Poi, il giorno in cui dovesse scadere la misura temporanea ottenuta a suo tempo dalla Thacther, il ‘rebate’, il saldo negativo sarebbe aumentato di ulteriori 2 miliardi. Per un totale di circa 10 miliardi di euro. Una bella cifra da pagare per rimanere all’interno dell’Unione.

Nel 2014 la Gran Bretagna ha versato in complesso all’Unione europea circa 15 miliardi di euro per riceverne circa 7. Con un saldo negativo di quasi 8 miliardi. Anche in termini di politica agraria il paese della sterlina versa di più di quanto riceve. In teoria la Gran Bretagna contribuisce alla Pac per 7,6 miliardi di euro e ne riceve 3,9. Con un saldo negativo di circa 3,7 miliardi. Questo se non ci fosse il ‘rebate’, destinato comunque a morire. Quando entrò in Ue infatti la Thacher negoziò una condizione applicabile solo all’Inghilterra di “rimborso forfettario” per attutire il saldo negativo. All’epoca dell’ingresso ci si rese conto che la Gb avrebbe dovuto sostenere uno sforzo maggiore rispetto ad altri paesi e si negoziò un ‘rimborso’. Tenendo conto del rebate il saldo negativo – secondo Alan Matthews, uno dei maggiori economisti agrari europei – è di 1,3 miliardi l’anno. Ma anche vero che il rebate era una misura temporanea destinata a finire, il che vuol dire che prima o poi il saldo negativo sarebbe più che raddoppiato.

Obiettivo della Pac è quello di veicolare le risorse dai paesi ricchi ai paesi poveri sotto l’egida del commercio unico e della solidarietà tra i paesi membri

L’Inghilterra ha una superficie di 248.464 kmq e riceve 3,2 miliardi di euro di aiuti diretti dai fondi europei e 39,5milioni di misure di mercato e 475 dallo Sviluppo rurale. I settori più importanti per quanto riguarda le misure di mercato, sono l’ortofrutta (che riceve circa 32,5 milioni), latte e prodotti lattiero-caseari (circa 5 milioni) e la promozione (1,8mln).

La struttura delle aziende agricole è di 17,3 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata e ogni agricola ha una dimensione media di 93 ettari contro la media italiana di 12, e della Sicilia di 5.5

Il 75 per cento dei pagamenti della Pac andavano al 17 per cento dei beneficiari, più o meno come in italia

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