Anche quest’anno, il Marefestival Premio Troisi arriva a Salina, rendendo omaggio al grande attore a 30 anni dalla sua scomparsa e consegnando numerosi premi a esponenti del cinema e della musica. Come in tutte le edizioni precedenti, il festival si prefigge l’arduo compito di parlare di sanità.

Il commissario dell’ASP di Trapani, Croce (già all’ASP di Messina), ha dichiarato: “L’appuntamento di Salina rappresenta un’utile opportunità per accendere i riflettori sulle tematiche più attuali che riguardano la salute e la qualità della vita dei nostri cittadini e delle nuove generazioni. Il veicolo cinematografico risulta indispensabile per raggiungere con facilità e capillarità un pubblico vasto, al fine di promuovere sani stili di vita e far conoscere i servizi e le strutture disponibili nel territorio.”

Parole che appaiono fuori luogo e che non possono che risultare stucchevoli alle orecchie degli eoliani, che convivono da anni con grandi carenze sanitarie, spesso privati dell’accesso alle cure primarie che dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini sul territorio nazionale, specialmente in aree isolate e periferiche come le nostre isole. Difficoltà logistiche ed economiche finiscono quindi per privare moltissimi eoliani di un diritto sacrosanto e fondamentale per la loro sopravvivenza. Molti non hanno i mezzi per potersi curare fuori sede o in strutture private come troppo spesso il sistema di fatto impone ma solo a chi ne ha le possibilità.

Avete l’ardire di venire sul nostro territorio e organizzare inutili e noiosi convegni sulla sanità, senza però nemmeno sfiorare i temi che agli abitanti di queste isole stanno più a cuore. Quando mai abbiamo visto così tanti relatori e responsabili sanitari istituzionali! Dove eravate quando vi abbiamo cercato e scritto ripetutamente senza ottenere risposte? O quando vi siete presentati per eventi drammatici e avete fatto promesse mai mantenute!

E ora ci venite a parlare di giovani, di tossicodipendenza, di prevenzione, di oncologia e altro? Dove vanno gli eoliani che hanno bisogno di un centro SERD per curarsi? A Giammoro? E i malati oncologici e i diabetici? E tutti i malati cronici e anziani costretti a partire anche settimanalmente per controlli che potrebbero e dovrebbero fare in loco? E le donne in gravidanza, che non solo non possono più partorire, ma a cui è negato un percorso nascita degno di questo nome?

Non venite ad impartire lezioni di sanità su questioni che per noi risultano addirittura marginali o improponibili rispetto ai rischi e ai disagi ai quali andiamo incontro quotidianamente. Abbiamo più volte evidenziato di cosa abbiamo bisogno e ne portiamo il gravoso peso sulle nostre vite, ogni giorno! Se volete organizzare un festival che si occupi anche di temi sociali, spiegate a tutti le condizioni sanitarie in cui viviamo, unitevi alle nostre battaglie di sopravvivenza e fatevi portavoce dei nostri bisogni. Denunciate le gravi carenze dovute a scelte politiche scellerate. Questo appello lo facciamo anche a tutti gli artisti presenti e agli organizzatori dell’evento. Accendete un faro sulla nostra sanità. Non vogliamo passerelle ma atti concreti di condivisione ed empatia verso i problemi degli abitanti di queste isole.

Nel 2022 avete organizzato 3 giorni di screening e noi siamo venuti con uno striscione chiedendo non 3 ma 365 giorni di prevenzione. Il nostro appello è rimasto inascoltato e non abbiamo visto traccia sul vostro sito o nei vostri comunicati. Ora riproponete gli stessi argomenti, ma noi siamo davvero stanchi di ascoltarvi. Il buon senso vi imporrebbe di tacere.


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