Due turisti su tre per le festività natalizie sceglieranno una città d’arte o una località montana. Il trend delle mete sciistiche, in particolare, beneficia di un meteo favorevole, mentre le città d’arte continuano a rappresentare un richiamo significativo per i visitatori, soprattutto stranieri.

Secondo l’analisi condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, i dati del turismo mostrano un rallentamento rispetto alla crescita straordinaria registrata negli ultimi due anni.

Flessione nelle presenze: un calo del -1,5%

Per il periodo delle festività, le strutture ricettive italiane prevedono circa 16,3 milioni di presenze, con una flessione del -1,5% rispetto al 2023. L’analisi attribuisce questa riduzione principalmente a un calo del numero di visitatori stranieri e al rallentamento del movimento turistico domestico. Gli imprenditori del settore confermano una percezione di prudenza, con l’obiettivo di eguagliare le performance della scorsa stagione, ma con segnali di stabilizzazione del mercato dopo anni di forte crescita.

Il rallentamento riguarda sia italiani che stranieri

Il calo delle presenze riguarda sia i turisti italiani (-1,9%) che quelli stranieri (-1%). La contrazione è più evidente per le imprese extralberghiere, che registrano una riduzione del -2,1%, mentre le imprese alberghiere riportano una flessione più contenuta (-1,3%). Dal punto di vista geografico, le regioni del Centro e del Sud-Isole sono quelle che subiscono maggiormente questa tendenza, con flessioni rispettivamente del -2% e del -1,9%. Al contrario, il Nord-Est (-1,4%) e il Nord-Ovest (-1,1%) mostrano una maggiore tenuta.

Le cause: prezzi elevati e tensioni geopolitiche

A pesare sul rallentamento sono diversi fattori. Da un lato, il confronto con una stagione natalizia eccezionale come quella del 2023, che ha superato i 16,5 milioni di presenze. Dall’altro, le incertezze legate alla domanda italiana, influenzata dall’elevato livello dei prezzi, e alla domanda internazionale, colpita dalle tensioni geopolitiche e dal deterioramento dell’economia in alcuni paesi dell’area euro. È la prima volta negli ultimi anni che le presenze straniere mostrano una flessione.

La montagna registra un lieve incremento

Tra le destinazioni preferite, le località sciistiche mostrano un lieve incremento del +0,3%, con un aumento simile sia per i visitatori italiani (+0,3%) che per quelli stranieri (+0,4%). Questo dato conferma la centralità del turismo montano, che beneficia di condizioni climatiche favorevoli e di un rinnovato interesse per le vacanze invernali. Gli operatori del settore confidano nelle prenotazioni last minute, che potrebbero migliorare ulteriormente i risultati.

Le città d’arte mantengono la leadership tra gli stranieri

Le città d’arte, i borghi e i centri storici continuano a richiamare una quota significativa di visitatori, soprattutto stranieri. Tuttavia, il trend complessivo è stimato in flessione del -0,9%, con un calo più marcato per gli italiani (-1,7%) rispetto agli stranieri (-0,2%). La quota di domanda estera raggiunge il 52% del totale, confermando l’importanza del turismo internazionale per queste destinazioni.

Le nazionalità prevalenti e i flussi internazionali

La composizione del mercato turistico per le festività sarà per il 57% italiana (9,3 milioni di presenze) e per il 43% straniera (7 milioni). Tra le nazionalità prevalenti, spiccano Germania, Stati Uniti, Francia, Spagna, Regno Unito e Paesi Bassi. Si registra una crescita degli arrivi da Svizzera, Polonia, Paesi Scandinavi e Corea del Sud, mentre rallentano i flussi da Germania, Regno Unito, Belgio e Austria. Sul fronte extra UE, si segnala un calo delle prenotazioni da Giappone, Cina, India e Russia.