Ha debuttato lo scorso 30 maggio lo spettacolo di Rino Marino La Verma all’interno della venticinquesima edizione del prestigioso festival teatrale Primavera dei Teatri, a Castrovillari. Marino è autore del testo, ha curato la regia, le scene e i costumi; drammaturgia musicale dei Fratelli Mancuso; sul palcoscenico: Miriam Palma, Fabio Lo Meo, Liborio Maggio; disegno luci: Michele Forni; musiche originali composte ed eseguite dai Fratelli Mancuso; assistente alla regia: Sonia Giambalvo; produzione: Sukakaifa – Compagnia dell’arpa. 


Lo spettacolo è «un cozzare di antitesi tra sacro e sacrilego, devozione e blasfemia, sogno e realtà, con viraggi repentini fra tragico e ridicolo in cui esplode, in tutta la sua ferocia, il grottesco, per culminare in una dimensione di straniamento onirico allucinatorio che consacra e universalizza, oltre ogni contingenza, una femminilità ad un tempo mortifera e salvifica. Le musiche originali e le voci-strumento della straordinaria drammaturgia musicale dei Fratelli Mancuso, in naturale sintonia con la poetica del testo, irrompono con tutta la loro potenza drammatica ed evocativa a punteggiare le scene come lamenti di prefiche, arcane litanie e giaculatorie, contrappunti dolenti di anime straziate senza speranza di riscatto.»


Il giorno seguente è stata inserita, nella programmazione del festival calabrese, la presentazione del libro Tetralogia del dissenno II di Rino Marino autore per i tipi di Editoria & Spettacolo in cui è contenuto anche il testo dello spettacolo. Il libro curato da Vincenza Di Vita con la prefazione di Filippa Ilardo raccoglie infatti i testi: Lunario, La consegna, Fiele e La Verma e completa e segue la prima Tetralogia che ha coinvolto Luigi Lo Cascio nella stesura della prima prefazione e Giusi Arimatea nella postfazione. Insieme con Ilardo e Marino ha introdotto i lavori Dario De Luca codirettore artistico, con Saverio La Ruina, di Primavera dei Teatri, alla folta presenza di un pubblico di critici e addetti ai lavori che hanno animato il dibattito. 


«Nella seconda Tetralogia di Rino Marino, le accurate didascalie descrivono paesaggi claustrofobici e polverosi, mondi che tratteggiano caratteri e gesti dissennati, con occhio clinico e sensibile a un tempo. L’inchiostro scava e scolpisce i protagonisti delle storie, cristallizzando una letteratura teatrale esclusiva e feroce». (Vincenza Di Vita) «Il teatro di Rino Marino è un teatro tragicomico, dolce e amaro, un teatro che sprofonda, si sbalestra, si perde e si avviluppa, ma è retto da una rete simbolica di senso che ne fa un universo simbolico coerentissimo». (Filippa Ilardo)

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