“Il semestre filtro ha superato formalmente il test di ingresso, ma non ha risolto il nodo centrale perché si continuano a selezionare gli studenti quasi esclusivamente su discipline scientifiche di base che, così come sono strutturate, non rappresentano la medicina del futuro”. Così il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, del Comitato centrale della Federazione nazionale Fnomceo, intervenendo nel dibattito dopo l’ondata di ricorsi presentati dagli aspiranti studenti in Medicina esclusi al termine del semestre filtro.
Per Amato, il “flop” dei test di accesso “dovrebbe diventare un’occasione di confronto serio tra istituzioni, università e rappresentanze professionali. La selezione è necessaria, ma deve essere coerente con il profilo del medico che il Servizio sanitario e i cittadini chiedono. La medicina è un’arte che si serve della scienza e la sua efficacia dipende dal suo umanesimo, dalla capacità di ascolto, dalla comprensione della persona e dalla responsabilità sociale”.
Secondo il presidente “la forte centralità di materie come fisica, chimica e biologia, affrontate in una chiave prevalentemente nozionistica, non intercetta le competenze realmente necessarie alla professione medica del futuro. Non si tratta di negare l’importanza delle scienze di base. Accanto alle scienze di base, nei meccanismi selettivi dovrebbero essere inserite prove legate alle scienze umane applicate alla cura, dall’antropologia medica alla pedagogia, fino alla comunicazione medico-paziente”.
“E’ una prospettiva che abbiamo condiviso in sede di Comitato centrale, orientata verso una formazione integrata, nella quale la competenza tecnica cammini di pari passo con la dimensione umanistica della cura” conclude Amato.
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