Non è mai troppo tardi per raccontare l’amore per i figli.
(Trapani, 8 giugno 2025) – “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli“, il libro di Marco Termenana (pseudonimo), è al terzo posto per la “Narrativa Biografica”, al Premio Letterario “IRENE MARUSSO” e ieri pomeriggio, sabato 7 giugno, si è svolta la cerimonia di premiazione presso Mahara Hotel, Mazara del Vallo.
Il concorso, che nasce dallo scrittore Sal Di Giorgi e dall’attività dell’Associazione Turistica Pro Loco “Mazara del Vallo”, è alla quarta edizione ed intende ricordare la scrittrice e poetessa mazarese Irene Marusso. Quest’anno ha poi ospitato otto sezioni, che spaziano dal romanzo giallo al monologo.
“Mio figlio” è pubblicato da giugno 2021, da CSA di Castellana Grotte, Bari. Da luglio 2021 ad oggi, con quello di ieri, è al 70simo riconoscimenti in tutta Italia.
Il premio è stato ritirato dalla psicologa Giusy Agueli, Presidente dell’Associazione Palma Vitae, che si occupa di dare sostegno alle donne in difficoltà e vittime di violenza.
L’autore invece.
Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato “Giuseppe“.
La storia, che racconta del vero suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli quando, in una notte di marzo 2014, apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano e si lancia nel vuoto, è una lucida testimonianza di un papà che scrive delle difficoltà della famiglia alle prese con il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile.
Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori (termine giapponese che letteralmente significa “stare in disparte”).
Giusy Aguelli:
“Ho conosciuto questo autore diversi anni fa. Esattamente nel novembre del 2017, quando venne a presentare “Giuseppe” ad un liceo di Castelvetrano per il quale curavo lo Sportello Ascolto.
Da allora ho sempre letto di lui, dei suoi riconoscimenti e delle sue presentazioni per le scuole e le famiglie. Ho accettato di buon grado di rappresentarlo perché trovo che il messaggio che porti sia di interesse generale e vada sostenuto.
Leggere questa storia può aiutare la comprensione emotiva del mondo giovanile, a confrontarsi nel proprio ruolo mettendosi in discussione e ad imparare a cogliere ed intercettare i disagi dei ragazzi.
Oggi più che mai è necessario rivisitare il ruolo educativo degli adulti e mettersi in ascolto dei giovani.”
Marco Termenana:
“Sono particolarmente legato alla Sicilia, a questa parte in particolare poi, perché – per un fortuito concorso di circostanze che salto per brevità – la mia avventura letteraria è cominciata proprio da qui.
Non sono uno scrittore ma un papà che ha scritto solo per ritrovare Giuseppe perché il dolore era (ed è) atroce e non si sopravvive senza un adeguato meccanismo compensativo, che io ho trovato nella scrittura. La “fortuna”, in quest’immane tragedia, infatti, è che mi è sempre piaciuto scrivere.
Non sono neanche un coraggioso o un pazzo: si scambia sempre la mia disperazione per coraggio o per incoscienza, ma, sta di fatto, che sono solo un “testimone involontario”.
Sono contento se questo riconoscimento avrà concorso a dare un senso all’inutile morte di mio figlio”.
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L’autore è contattabile attraverso la sua pagina Facebook “Marco Termenana”




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