Fabio Granata, già Presidente della Commissione Regionale antimafia e Vice Presidente della Commissione Nazionale antimafia con delega sulle Stragi del 92, lancia un appello a Giorgia Meloni.

“La Cerimonia di Montecitorio con la esposizione della Borsa di Paolo Borsellino, posizionata in una teca mi ha riempito di tristezza e sgomento.

A 33 anni di distanza da Via D’Amelio e nonostante un quadro chiaro e drammatico di responsabilità sia sugli esecutori materiali dell’ala di Cosa Nostra facente capo ai Graviano, a Cina’e a Vittorio Mangano con i propri e conclamati referenti politici sia sulle deviazioni e quindi sulle responsabilità di uomini delle istituzioni sull’accertamento della verità, attraverso la gestione scandalosa del finto pentito Scarantino, direttamente gestito da Arnaldo La Barbera, infedele servitore dello Stato, dal Massone Tinebra e dai Servizi segreti, nonostante sia sparita da quella borsa l’Agenda Rossa prelevata non da Cosa Nostra ma da uomini dei Servizi e delle Istituzioni di Polizia, non mi sembra si sia levata alcuna richiesta di verità e giustizia che parta dalle conoscenze oggettive, oramai agli atti, che abbiamo su Via D’Amelio, senza piste suggestive ma inconsistenti come i dossier “mafia appalti” o le “piste nere”.

Giorgia Meloni, certamente sincera nell’indicare in Via D’Amelio l’episodio da cui parte la sua militanza politica, riacquisti il coraggio per chiedere verità e giustizia per Paolo Borsellino, partendo dalla sparizione della Agenda Rossa e dalle molteplici e conclamate responsabilità di uomini delle Istituzioni, anche impegnandosi a togliere ogni segreto di Stato sulle Stragi”.

Questo l’appello di Fabio Granata, esponente storico della destra legalitaria e antimafia.

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