Al professore Luigi Pagliaro, padre dell’epatologia italiana ed epatologo di fama internazionale, è stata intitolata ieri pomeriggio l’aula magna dell’Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella, intervenuto in forma rigorosamente privata alla cerimonia.

Le testimonianze dei meriti professionali di Pagliaro sono racchiuse nell’enorme eredità accademica e scientifica che ha lasciato, ma è dal suo tratto distintivo, l’empatia, che è nata la richiesta corale e unanime di dedicargli la sala conferenza dell’Imett. Un’empatia, ricordata in tutti gli interventi, che l’epatologo applicava nella didattica, pensata per apprendere e non per imparare, quanto nella medicina praticata per i malati e non per i medici. 

Lo ha ricordato durante la cerimonia Angelo Luca, direttore di Ismett: “Il suo modo di fare medicina per decenni ha affascinato e attratto intere generazioni -.  Ciò che lo ha reso un medico straordinario è stata la sua capacità di coniugare sapientemente la rigorosità scientifica con la umanizzazione delle cure e la centralità del paziente. Non si limitava a curare la malattia, ma cercava di comprendere la persona nella sua interezza, con le sue emozioni, le sue preoccupazioni, i suoi valori e le sue aspettative e questo instaurando con il paziente un rapporto personale fatto di umanità, fiducia, complicità e affettuosità”. 

E poi ancora, il figlio Antonio Pagliaro, richiamando la citazione con cui iniziavano spesso le lezioni del padre Luigi  “Un medico degli schiavi non dà al paziente spiegazioni sulla malattia… Un medico che si occupa di uomini liberi tratta le loro malattie anzitutto discutendo col paziente e i suoi amici della malattia”.

“Un grande maestro di medicina e di umanità e fonte continua di ispirazione ed esempio per molte generazioni” ha sottolineato il rettore Midiri.  

 “Un clinico e un cattedratico speciale” lo ha definito Ugo Palazzo, medico epatologo, consulente della direzione Ismett, legato al professore Pagliaro da una grande amicizia. “Aveva una capacità straordinaria di entrare nei bisogni del paziente andando oltre la malattia, con un approccio olistico – ha proseguito -. Era il suo tratto distintivo che lo ha portato a concentrare la sua professione esclusivamente nella sanità pubblica, rifiutando ogni forma di rapporto privatistico. La decisione di avergli dedicato la sala conferenze è stata corale”.

Pagliaro è stato direttore della cattedra di patologia medica, di Clinica medica e direttore della Scuola di specializzazione di Gastroentrologia, formando intere generazioni di camici bianchi.

 “All’istituzione ordinistica, che rappresenta sia medici al servizio della salute che formatori delle nuove generazioni di professionisti, oggi spetta il compito e l’onore di tramandare la più grande intuizione, la medicina personalizzata, di cui è stato il precursore. Oggi è al centro dello sviluppo di una sanità pubblica qualificata ed equa”, ha detto il presidente dell’ordine dei medici di Palermo Toti Amato, componente del direttivo della federazione nazionale Fnomceo,

Presenti alla cerimonia di intitolazione, oltre al management di Ismett- University of Pittsburgh medical center Italy, gli ex allievi di Pagliaro, tra cui il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo. 

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