Il castello della Zisa e i giardini adiacenti sono chiusi da più di 20 giorni, a motivare il disservizio un foglio appeso al cancello scritto esclusivamente in italiano e senza un minimo sentore di scuse alla cittadinanza, “Problemi tecnici” che tra l’altro dovevano risolversi in pochi giorni. Ieri sulla cancellata principale è apparso un altro cartello, affisso da un palermitano, che grida il sentimento di sconforto e umiliazione di una città in mano all’incuria e all’abbandono “Palermo vergogna d’Italia”.
È vergognoso che un bene UNESCO versi in condizioni così degradanti. I giardini sono tenuti pessimamente, erbacce, sterpaglie e sporcizia dappertutto, le fontane spente da secoli (forse le volte in cui sono state in funzione si possono contare sulle dita di una mano) e le diverse palme che sono state piantumate nemmeno due mesi fa sono abbandonate anch’esse. 
Lo spiazzo adiacente il giardino è pieno di spazzatura, di materassi, di ingombranti; i cestini sono divelti e i rifiuti riversati a terra, le panchine sono regolarmente private dei bulloni, smontate e nella migliore delle ipotesi buttate in mezzo alle aiuole incolte. Il pomeriggio lo spiazzo diventa ritrovo di ragazzi in motorino che scorrazzano liberamente a tutta velocità e persino di macchine che, approfittando dei vari paletti divelti, salgono sul marciapiede e arrivano fin davanti il cancello d’entrata. 
Dei turisti non se ne frega nessuno, nella maniera più assoluta. Dopo il pellegrinaggio che compiono per arrivare al castello, perché figuriamoci se si possono servire dei mezzi pubblici, si trovano davanti l’incuria, l’abbandono, il menefreghismo e l’incompetenza più totale. È meschino costringere dei turisti, talvolta anche anziani o disabili, a scavalcare il cancello approfittando del varco che qualcuno ha aperto rompendo due sbarre. 
È umiliante vivere in una città in cui ogni minimo spazio o bene pubblico è in uno stato di abbandono riprovevole. Non ce ne facciamo proprio niente del più grande numero di siti UNESCO in tutta Italia se poi li trattiamo così, se per visitarli costringiamo i turisti a gincane tra rifiuti ingombranti, tra buche e marciapiedi a pezzi.
Si sta altresì privando la cittadinanza di un parco pubblico e i bambini del parco giochi che poteva concedere svago e ristoro estivo.

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