Dal 2 al 6 settembre la Carovana della Pace delle Acli “Peace at work – L’Italia del lavoro costruisce la Pace” ha attraversato la Sicilia, mettendo al centro il lavoro, la giustizia sociale e l’impegno civile come unica via possibile e concreta per la pace. Un percorso corale, che ha toccato molteplici tappe tra cui Palermo, Caltanissetta, Favara, Avola, Siracusa e Catania, aprendo spazi di ascolto e partecipazione per il tramite delle Acli provinciali.
La Carovana adesso proseguirà il suo viaggio lungo la penisola e si concluderà a Strasburgo il 15 dicembre con la consegna di un appello al Parlamento europeo: proprio in questi giorni in calendario una serie di incontri in Calabria.
Da Palermo, nel cuore del quartiere Danisinni, il Centro Tau si è fatto voce e simbolo di un desiderio condiviso: una pace che nasce dal basso, intrecciata con la vita quotidiana, con il lavoro e le relazioni che tengono insieme una comunità.
A Caltanissetta, al Circolo ACLI Officine Sonore, il dialogo tra cooperative, associazioni e realtà del territorio ha mostrato come l’economia possa farsi strumento di giustizia e inclusione. A Favara, due cortei hanno abbracciato la città fino a riunirsi in piazza, tra colori, danze, musica e immagini. Una vera e propria festa, che ha visto passare di mano in mano il “testimone della pace”, con il coinvolgimento di associazioni, autorità, scuole e cittadini.
Ad Avola, un campo di calcio si è trasformato in luogo di fratellanza: ragazzi e famiglie, insieme per giocare “Un goal per la pace”, ricordando che lo sport è linguaggio educativo e non violento. A Siracusa, la pace ha preso la forma di un orto coltivato insieme con l’iniziativa “Semina la pace”: seminare, prendersi cura, raccogliere, gesti quotidiani che diventano una vera e propria promessa di futuro in pace.
Infine a Catania, con la guida dell’Arcivescovo Luigi Renna, la voce del mondo del lavoro, del Terzo settore e della Chiesa si sono intrecciate in un confronto pubblico su dignità, giustizia e futuro. Confronti, testimonianze e il messaggio dell’arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, forte e chiaro: “Siamo artigiani e architetti di pace. Anche se siamo semplici artigiani di una convivenza fraterna, dobbiamo pensare all’architettura della pace, che è quella delle situazioni mondiali che attendono una soluzione. La guerra distrugge ogni attività, è la negazione del lavoro, e viene preparata dalla negazione dei diritti”.
“La Sicilia – afferma il vicepresidente delle Acli, Pierangelo Milesi – ci ha consegnato il cuore di “Peace at Work”: la pace che nasce dal lavoro buono, dalle mani che curano, costruiscono, insegnano, innovano, pregano. Questa prima settimana conferma che la Carovana non è un evento, ma una resistenza culturale: un percorso popolare che unisce territori, sindacati, imprese, associazioni, parrocchie, istituzioni e scuole per affermare che “l’Italia del lavoro costruisce la pace”. Pace concreta, con i piedi per terra: salari giusti, sicurezza sul lavoro, inclusione, formazione, sport inclusivo, cura dei fragili, partecipazione democratica, impegno politico. La Sicilia – conclude – è il nostro primo capitolo di luce. A chi ci attende diciamo: venite con noi, portate la vostra esperienza e il vostro lavoro!”
Proprio a Catania si è concluso il cammino isolano, e da qui la Carovana ha ripreso la rotta verso le altre tappe nazionali: proseguirà da Sud a Nord, fino all’arrivo a Strasburgo, dove le ACLI consegneranno un appello per sottolineare quanto il lavoro e i diritti sociali siano al centro delle politiche per la pace.
“La Carovana della Pace – afferma Agata Aiello, presidente regionale Acli Sicilia e membro di presidenza nazionale Acli- ha attraversato la Sicilia lasciando dietro di sé un segno profondo. In questi giorni abbiamo visto comunità aprirsi all’ascolto, ritrovarsi insieme in piazza per affermare che la pace non è un’utopia, ma una via possibile e necessaria che passa dal lavoro dignitoso, dalla giustizia sociale e dall’impegno civile quotidiano. La Sicilia ha dimostrato di avere un cuore grande: ora guardiamo a Strasburgo come a un approdo importante, dove porteremo l’appello delle Acli per rimettere al centro il lavoro e i diritti sociali, pilastri indispensabili di una vera politica di pace”.
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