Palermo, 18 dic- Da due anni in Sicilia manca la Consigliera regionale
di parità. La vacatio dura da quando la precedente Consigliera ha
lasciato l’incarico, senza che il governo regionale provvedesse alla
sostituzione. “Una inadempienza gravissima in violazione della legge
n.121 del 1991”, denunciano Cgil, Cisl e Uil regionali, che in una nota,
elencano le funzioni delle consigliere e consiglieri di parità “pubblici
ufficiali – osservano Gabriella Messina ed Elvira Morana ( Cgil),
Rosanna Laplaca( Cisl) e Vilma Maria Costa ( Uil) — che hanno l’obbligo
di segnalare all’Autorità giudiziaria i reati di cui vengono a
conoscenza e di intraprendere ogni iniziativa utile ai fini del rispetto
del principio di non discriminazione e della promozione di pari
opportunità per lavoratrici e lavoratori”. Un sponda dunque, per chi
subisce discriminazioni e violenze, particolarmente importante
soprattutto in una fase in cui le discriminazioni come gap salariali,
nella progressione di carriera, nella partecipazione alla vita aziendale
sono dure a finire e sono temi all’ordine del giorno le molestie anche
nei luoghi di lavoro e gli episodi di violenza ai danni delle donne.
Alla Consigliera, segnalano Cgil Cisl e Uil, spetta promuovere piani di
formazione e azioni positive per il riequilibrio di genere, verificare
che la programmazione delle politiche di sviluppo territoriale sia
coerente con gli indirizzi in tema di pari opportunità. A questa figura
è inoltre riconosciuto l’accesso ai rapporti biennali che le aziende
pubbliche e provate con oltre 100 dipendenti sono obbligati a redigere
ogni due anni. “Non si sa neanche quante e quali aziende si siano
attenute a questo obbligo”, sottolineano le sindacaliste ”. “La regione-
scrivono Cgil, Cisl e Uil- forte della sua autonomia, lascia la Sicilia
nell’arretratezza, non definisce la strategia regionale per la parità di
genere che sollecitiamo da tempo, non mette a frutto quanto tracciato
dal Pnrr per colmare i divari. Bisogna invertire una linea di totale
assenza di misure nei confronti delle donne siciliane- concludono- con
interventi che pongano le basi reali per lo sviluppo della nostra
regione”.

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