Il coordinatore del Partito Liberale Italiano nella Sicilia occidentale, prof. Michele Gelardi, ha dichiarato che il Regolamento europeo n. 2022/2065 (Digital Services Act), approvato dal Parlamento europeo in sessione plenaria nel luglio 2022 ed entrato in vigore il 25 agosto 2023, costituisce un gravissimo vulnus al diritto fondamentale della libertà di manifestazione del pensiero. La Commissione europea, organo peraltro non elettivo, essendo costituito da nominati e presieduto da un soggetto indirettamente elettivo (eletto cioè da un organo direttamente elettivo), investe una sottocommissione burocratica di nuovo conio del potere di inibire, con censura preventiva, le notizie ritenute non veritiere. In altri termini, la burocrazia europea ha il potere di asserire la “verità” e impedire qualsivoglia comunicazione via internet che non si adegui a siffatta verità, autoritariamente asserita. Ovviamente la finalità ufficialmente perseguita è quella di tutelare l’ignaro cittadino dalle notizie “false e tendenziose” (le c.d. fake news); tuttavia è ben evidente che si tratta di censura vera e propria, degna del “Ministero della Verità” di orwelliana memoria, per tre semplicissime ragioni: a) nei fatti umani alla verità si perviene mediante il confronto e sovente la contrapposizione; b) il controllore della veridicità sfugge a qualsivoglia controllo; c) il discernimento della persona (tra il bene e il male, tra il vero e il falso) viene escluso e sostituito da quello autoritario. La burocrazia europea non solo vuole pianificare le nostre relazioni economico-politiche, ma anche il nostro pensiero. Spiace constatare che, a favore del menzionato Regolamento, hanno votato anche talune forze politiche del centro destra italiano, ammaliate dall’ingannevole sirena della “protezione sociale”.

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