L’Albania blocca TikTok per tutto il 2025 dopo un omicidio legato ai social. Una misura per proteggere i giovani o un colpo alla libertà di espressione? Ecco cosa sta succedendo.
Oggi, 13 marzo 2025, l’Albania ha ufficialmente chiuso le porte a TikTok. Gli internet service provider del paese hanno ricevuto l’ordine dall’Autorità per le Comunicazioni Elettroniche e Postali di bloccare l’accesso all’app entro la mezzanotte, interrompendo l’utilizzo della popolare piattaforma per i prossimi 12 mesi.
La decisione, annunciata dal primo ministro Edi Rama lo scorso dicembre, arriva dopo un tragico evento che ha scosso la nazione: l’uccisione di un ragazzo di 14 anni a novembre 2024, accoltellato da un coetaneo a Tirana in seguito a una lite iniziata sui social.
La scintilla
Tutto è iniziato il mese scorso, quando un adolescente è morto in un vicolo della capitale albanese, a pochi passi dalla scuola Fan Noli. La vittima, un 14enne, è stata colpita mortalmente da un compagno dopo una serie di scontri verbali partiti online. Video successivi, circolati su TikTok, mostravano giovani che esaltavano l’atto violento, alimentando l’indignazione pubblica. “TikTok è il teppista del quartiere“, ha dichiarato Rama durante un incontro con insegnanti, genitori e psicologi a dicembre. “Lo cacceremo via per un anno”.
Il premier ha puntato il dito contro l’algoritmo della piattaforma, accusandolo di promuovere “un inferno senza fine di odio, violenza e bullismo” tra i giovani, che in Albania rappresentano il gruppo demografico più numeroso tra gli 1,53 milioni di utenti registrati sopra i 18 anni, secondo i dati di ByteDance.
Una decisione pianificata
Il divieto non è stato un colpo di testa. Rama ha sottolineato che la chiusura di TikTok è frutto di un processo deliberato: “Non è una reazione affrettata a un singolo incidente, ma una decisione attentamente ponderata, presa in consultazione con le comunità di genitori nelle scuole di tutto il paese”. Dopo l’omicidio, le autorità hanno organizzato 1.300 incontri con insegnanti e famiglie, rilevando che il 90% di loro appoggiava un blocco temporaneo. Inoltre, il governo ha condotto “tutte le ricerche tecnologiche necessarie” per garantire l’efficacia del ban, che richiede il blocco degli indirizzi IP e dei server DNS associati all’app.
L’implementazione, stimata in 6-8 settimane, è stata completata proprio oggi, segnando l’inizio di un esperimento sociale senza precedenti in Europa.
Il cconfronto con TikTok
Nonostante il divieto, il governo albanese ha lasciato uno spiraglio aperto. Rama ha rivelato su X il 7 marzo: “Abbiamo avuto un dialogo molto positivo con l’azienda, che verrà in Albania per dimostrare una serie di misure di sicurezza per i bambini”. TikTok, dal canto suo, ha chiesto “chiarezza urgente” al governo sulla vicenda del 14enne, sostenendo di non aver trovato prove che né la vittima né l’aggressore avessero account sulla piattaforma. L’azienda ha anche evidenziato che i video legati all’incidente sarebbero stati caricati altrove, non su TikTok. Questo dialogo potrebbe influenzare il futuro della piattaforma nel paese, ma per ora il blocco è realtà.
Sicurezza o censura?
La decisione ha scatenato un acceso dibattito. Per il governo, si tratta di una misura necessaria per proteggere i giovani da contenuti pericolosi. “O TikTok protegge i bambini albanesi, o l’Albania proteggerà i suoi figli da TikTok” ha scritto Rama su X. Molti genitori concordano: report locali segnalano casi crescenti di minori che portano coltelli a scuola, ispirati da sfide virali o episodi di bullismo online. Ma l’opposizione vede un’agenda diversa. “È un puro atto elettorale e un abuso di potere per sopprimere la libertà di parola” ha denunciato Ina Zhupa, deputata del Partito Democratico. Con le elezioni parlamentari fissate per l’11 maggio 2025, i critici accusano Rama di voler silenziare una piattaforma chiave per la comunicazione politica, usata sia dal premier (con oltre 132.000 follower) sia dai leader dell’opposizione come Sali Berisha.
Un impatto oltre i confini digitali
Il blocco di TikTok non è solo una questione di sicurezza scolastica: tocca anche l’economia e la società. Ergus Katiaj, un commerciante di Tirana, ha raccontato a Reuters: “Perdo circa 1.000 euro al mese di profitti. TikTok era il mio marketing gratuito per le consegne notturne”. Allo stesso modo, i giovani utenti come Samuel Sulmani, 18enne di Rreshen, si oppongono: “Condividiamo la nostra vita quotidiana e ci divertiamo. È una privazione per noi”.
Il divieto arriva in un momento delicato per l’Albania, candidata all’UE dal 2014 e in trattative di accesso: la Commissione Europea ha preso nota della decisione, definendola “sovrana” ma ha sottolineato che nell’UE i divieti sono l’ultima risorsa, non una risposta a singoli episodi.
Commenta con Facebook