Il rappresentante dei lavoratori nel CDA del Bellini, Antonio D’Amico, chiamato in causa nel comunicato sindacale della Libersind ha voluto prontamente replicare alle parole del segretario aziendale Mario Sapienza.
Vorrei precisare – dice D’Amico – che la Libersind rappresenta solo un risicato numero di lavoratori del Bellini e che tutte le problematiche dichiarate sono ampiamente note e affrontate da questo consiglio d’amministrazione e da questa governance (da ultimo si sottolinea la approvazione nei termini del rendiconto consuntivo, la continuazione delle assunzioni a tempo indeterminato tramite stabilizzazioni di altre 6 unità che si aggiungono alle 37 già stabilizzate sotto la sovrintendenza Cultrera, le progressioni verticali, i concorsi in fieri per i vertici apicali amministrativi) e che io stesso ho sostenuto con forza, per cui respingo ogni accusa al mittente, considerato che mai come ora sono stati garantiti i livelli occupazionali anche e soprattutto in tempi di covid. Si evidenzia ancora, che, ad oggi, non esistono pendenze economiche nei confronti del personale stabile e precario.
Mi permetto anche di aggiungere, da ex rappresentante aziendale della Fistel CISL del Bellini , che La Libersind, con la sua vecchia dirigenza, è sempre stata presente ai tavoli in Teatro, nonostante sia un sindacato minoritario e non firmatario di contratto ed è sempre stata conscia delle problematiche interne ma in linea con tutte le altre organizzazioni sindacali. Probabilmente Sapienza, prima di subentrare circa un mese fa in maniera repentina e inaspettata nella segreteria della Libersind, non è mai stato attento a quello che accadeva intorno a lui, o forse lo stesso Sapienza e chi gli sta vicino, hanno un concetto di sindacato molto differente da quello che dovrebbe avere chi lotta per i lavoratori del Bellini, (o peggio ancora questi cari colleghi potrebbero perseguire altri obiettivi ancora poco chiari ai più).
È giusto che si sappia che questi signori, e solo loro, reputano, ad esempio, violazioni del contratto, e vi anticipo che non è così, una modifica dell’ordine del giorno in cui una prestazione lavorativa, pur mantenendo la stessa ora e durata, viene tramutata da prova generale aperta al pubblico a concerto, tanto da rifiutare la prestazione lavorativa stessa in spregio a tutti i colleghi. Inoltre, tanto sono numerosi e rappresentativi, che nessuno ha notato la loro assenza in altra occasione artistica, La Lucia di Lammermoor, e lo spettacolo è andato avanti serenamente, con notevolissimi riscontri di pubblico e di critica, e appagamento del pubblico in chiaro visibilio.
Ad ogni modo noi come CDA andremo avanti nel perseguire gli obiettivi prefissati:oltre quelli già menzionati sopra sui livelli occupazionali, desidero attenzionare il rinnovo del contratto integrativo aziendale e i molteplici lavori di restauro del Teatro già finanziati, oltre il consolidamento artistico frutto dei successi degli ultimi anni.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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