Palermo 15 marzo 2024 – Cgil Palermo, Fp Cgil e Spi Cgil domani effettueranno un presidio a partire dalle ore 10 all’ospedale Ingrassia, in corso Calatafimi. L’iniziativa rientra nella mobilitazione regionale “Ricostruiamo la sanità pubblica” messa in campo dalla Cgil e dalla federazioni dei lavoratori pubblici e dei pensionati contro lo sfascio del servizio sanitario pubblico e a sostegno di un progetto per intervenire sul settore.

“Sarà anche l’occasione a Palermo per manifestare solidarietà ai medici e al personale dei pronto soccorso e dei reparti ospedalieri vittime di continue aggressione. Proprio all’Ingrassia si è registrato l’ultimo caso, pochi giorni fa, ai danni di un’infermiera, presa per i capelli e strattonata, dopo insulti e minacce lanciati ad alcuni medici da persone stanche di attendere il turno”, dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca e il segretario generale Spi Cgil Palermo Salvatore Ceraulo.  

 Domani si svolgeranno in tutta l’Isola presidi nelle principali città, davanti ad ospedali e Asp. Un secondo appuntamento sarà una manifestazione a carattere regionale per dare maggiore visibilità agli enormi problemi che i cittadini incontrano sulla strada del diritto alla salute. La protesta poi confluirà nella mobilitazione nazionale per il rilancio della sanità pubblica organizzata dalla Cgil ad aprile.
 
“In questo anno abbiamo organizzato e partecipato a diverse mobilitazioni a Palermo sullo sfascio degli ospedali, sulle liste d’attesa interminabili per prenotare le visite, per chiedere investimenti su personale e strutture, una sanità uguale per tutti e per protestare contro  la spartizione delle nomine dei manager fatta tra le forze politiche, senza pudore né ritegno, mentre gli ospedali scoppiano e la sanità pubblica è al collasso – aggiungono Ridulfo, Cammuca e Ceraulo – Dobbiamo tenere alta l’attenzione , pungolando la politica, perché dalle risposte che il servizio sanitario sarà in grado di dare dipende non solo la vita delle persone ma anche la sua qualità.  L’opportunità data dal Pnrr è unica per far compiere il salto di qualità al sistema sanitario nazionale: le case e gli ospedali di comunità, le centrali operative territoriali avranno il compito di costruire una rete sanitaria territoriale, che ci siamo accorti essere inesistente quando è scoppiata la pandemia, in modo da ridurre le barriere che geografiche, economiche e sociali che potrebbero ostacolare l’accesso alle cure”.

“Ma le risorse del Pnrr – aggiungono i tre segretari di Cgil, Fp e Spi  – saranno un’opportunità che saremo capaci di cogliere per istituire una rete territoriale che garantisca una sanità di qualità o riochiamo di perdere questa occasione? Sappiamo che il governo ha ridotto da 1.350 a 1.038 le case di comunità, da 400 a 307 gli ospedali di comunità, da 600 a 480 le centrali operative territoriali e da 7.725 a 5.922 i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Dove e come incideranno sul nostro territorio e con quali risorse si procederà al completamento delle opere non ci è dato sapere. Sappiamo che entro il 2026 dovranno essere necessariamente messe a regime tutte le strutture finanziate. Ma quale è lo stato attuale dell’arte? Rischiamo di esporci  a un mancato raggiungimento degli obiettivi”.  

 

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