“Gli operatori del mondo dello spettacolo e gli organizzatori di eventi e manifestazioni pubbliche della Sicilia rischiano di essere ancora una volta penalizzati rispetto al resto d’Italia: chiediamo quindi al governo regionale ad avviare con urgenza tutte le interlocuzioni istituzionali e le azioni utili all’emanazione delle norme di attuazione necessarie ad applicare in Sicilia la normativa in materia di semplificazione per la realizzazione di spettacoli dal vivo e proiezioni cinematografiche per agevolare operatori e pubbliche amministrazioni nel prevedere la sostituzione della licenza questorile con la Scia”. Lo chiede, in una mozione presentata all’Ars rivolta al presidente della Regione, il parlamentare regionale del Pd Mario Giambona.

La questione riguarda una norma nazionale emanata nel periodo dell’emergenza Covid che ha previsto la possibilità di sostituire la licenza emanata dalle questure con la presentazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per poter organizzare manifestazioni pubbliche come rappresentazioni teatrali o cinematografiche, feste da ballo, spettacoli di intrattenimento o eventi simili con un numero limitato di pubblico. Il problema di fondo che ha impedito il recepimento della norma in Sicilia è uno: mancano le norme di attuazione che servono ad attribuire ai Comuni le funzioni di polizia amministrativa, quindi le competenze sulle licenze sono ancora in capo alle questure e non ai comuni.

“Alla luce delle sollecitazioni che provengono dagli operatori del settore e dalle amministrazioni comunali attraverso la ‘rete degli assessori alla cultura, turismo e spettacolo della Sicilia’ – dice Giambona – riteniamo necessario, attraverso la mozione presentata all’Ars, impegnare il governo regionale ad attivarsi nel più breve tempo possibile”.

“Nel frattempo – prosegue Giambona – chiederò di affrontare il tema anche in sede di commissione Statuto all’Ars e valuteremo la possibilità di presentare un emendamento alla manovra correttiva annunciata dal governo regionale che dovrebbe essere esaminata nelle prossime settimane. Un percorso, quest’ultimo, che sappiamo essere a rischio di impugnativa ma potrebbe quantomeno permettere ai comuni siciliani, in attesa di una definizione normativa ‘permanente’, di affrontare la stagione estiva senza essere penalizzati rispetto agli altri comuni italiani”.

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