di Marco D’Agostino, Laura Foti, Nicolò Giosuè Viscardi

Nel 1991, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito la nicotina nella categoria delle droghe. L’uso costante e ripetuto del tabacco è descritto come accompagnato da effetti psichici che possono risultare piacevoli, desiderabili e persino utili. Tuttavia, tali effetti sono associati a rischi di abuso e a molteplici conseguenze negative, sia sul piano personale che sociale. Il tabagismo si configura come un fenomeno complesso, caratterizzato da una dipendenza sia fisica che psicologica, e rappresenta una delle emergenze sanitarie più rilevanti a livello mondiale. L’inasprimento dei divieti e le campagne contro il fumo hanno contribuito alla riduzione del problema. Tuttavia, nonostante gli sforzi globali per contenere la diffusione di questa abitudine, secondo l’OMS, il consumo di tabacco rimane la principale causa di morte evitabile.

Un quadro statistico del fenomeno 

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) su un campione di oltre 63.000 adulti (18-69 anni) indicano che, in Italia, nel biennio 2022-2023, la dipendenza da tabacco di sigaretta tende a una lenta riduzione in tutte le fasce di età. Tuttavia, l’età media di inizio del consumo di tabacco si attesta intorno ai 17-18 anni, con un numero crescente di adolescenti che comincia a fumare durante il periodo scolastico. Il consumo medio giornaliero si aggira attorno alle 12 sigarette, ma 22 fumatori su 100 ne consumano più di un pacchetto. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra gli uomini rispetto alle donne (28% contro 21%) e colpisce maggiormente le persone con difficoltà economiche o un basso livello di istruzione. La variabilità territoriale evidenzia che alcune regioni del Centro-Sud, come Umbria e Campania, registrano le più alte percentuali di fumatori. Inoltre, un terzo dei fumatori intervistati ha dichiarato di aver tentato di smettere di fumare nei 12 mesi precedenti, restando almeno un giorno senza fumare. Tuttavia, nella maggior parte dei casi (quasi il 78%), il tentativo risulta fallimentare, con solo una piccola percentuale (11%) che raggiunge l’obiettivo di smettere per più di sei mesi. Dal punto di vista economico, il tabagismo rappresenta un onere significativo per i fumatori, con stime che indicano una spesa annuale compresa tra 1.000 e 2.500 euro per l’acquisto di prodotti legati al tabacco. Questi costi si sommano alle ingenti spese sanitarie sostenute dal Servizio Sanitario Nazionale per il trattamento delle patologie correlate al fumo. Riguardo ai giovani (14-17 anni), un campione rappresentativo di 6.012 studenti mostra che quasi uno studente italiano su tre fuma o svapa. Il policonsumo di sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato è raddoppiato rispetto al 2022, raggiungendo il 62,4% rispetto al precedente 38,7%. L’età del primo contatto con la nicotina si attesta tra i 13 e i 14 anni e mezzo e, tra le ragazze, il consumo è leggermente in aumento rispetto ai coetanei maschi. Il consumo si concentra prevalentemente nel weekend e non sembrano esserci controlli rigorosi sull’età al momento dell’acquisto, tanto che molti ragazzi intervistati affermano di aver acquistato personalmente i prodotti al bar o dal tabaccaio. Circa un terzo dei genitori è a conoscenza del fatto che i ragazzi utilizzano prodotti a base di tabacco o nicotina e sembrano tollerare maggiormente l’uso dei nuovi dispositivi rispetto alla sigaretta tradizionale (15,3% HTP; 16,5% e-cig; 9,9% sigaretta tradizionale). Simona Pichini, direttrice del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolinea che «il marketing sempre più aggressivo nei confronti di questa fascia di età, attraverso packaging accattivanti e sapori fruttati, sta contribuendo alla diffusione». 

Nel bollettino epidemiologico della Regione Sicilia (2023), i dati sul tabagismo mostrano che, nel biennio 2021-2022, tra gli adulti di 18-69 anni, il 13% è classificabile come ex fumatore e il 14% è fumatore in astensione, cioè ha smesso di fumare ma da meno di sei mesi. Il 23% degli intervistati fuma tutti i giorni. L’abitudine al fumo è significativamente più alta negli uomini rispetto alle donne (25% contro 20%) e risulta più elevata tra gli 18-24enni (30%), nelle persone con basso titolo di studio (30%) e in quelle con difficoltà economiche (26%). Tra le ASP regionali, Agrigento mostra una prevalenza di fumatori inferiore in modo statisticamente significativo rispetto alla media regionale (range dal 13% di Agrigento al 34% di Caltanissetta). 

Le conseguenze sulla salute 

Il consumo di tabacco è associato a una vasta gamma di malattie gravi e debilitanti. Tra le principali si annoverano malattie cardiovascolari, tumore ai polmoni, bronchite cronica e altre malattie respiratorie. Il fumo passivo, spesso sottovalutato, rappresenta un ulteriore rischio per chi vive o lavora vicino a fumatori. Esso aumenta significativamente la probabilità di sviluppare malattie cardiache e respiratorie, oltre a contribuire al peggioramento della qualità dell’aria negli ambienti chiusi. A livello psicologico, il tabagismo è correlato a un aumento dei disturbi dell’umore, dell’ansia e della depressione. Contrariamente alla credenza diffusa secondo cui il fumo aiuterebbe a gestire lo stress, gli studi dimostrano che smettere di fumare porta a un miglioramento del benessere mentale e della stabilità emotiva. 

Perché smettere di fumare 

Le ragioni per abbandonare il tabagismo sono molteplici e spaziano dalla tutela della salute fisica alla riduzione delle spese economiche. Migliorare la qualità della vita è uno dei principali incentivi per chi decide di smettere di fumare. Inoltre, l’impatto negativo del fumo sui familiari, soprattutto attraverso il fumo passivo, rappresenta un ulteriore motivo per interrompere questa abitudine. La consapevolezza degli effetti dannosi del tabacco sulla salute mentale è anch’essa una leva importante. Smettere di fumare non solo riduce il rischio di malattie gravi, ma contribuisce anche a migliorare la percezione del proprio benessere psicologico. 

Strategie per combattere il tabagismo 

Affrontare il problema del tabagismo richiede interventi su più fronti. A livello globale, molte nazioni come l’Italia hanno adottato misure preventive come l’introduzione di avvisi grafici sui pacchetti di sigarette e il divieto di fumo nei locali pubblici. Queste politiche hanno raggiunto circa il 63% della popolazione mondiale e contribuito a ridurre il consumo di tabacco. L’OMS promuove una serie di terapie efficaci per la cessazione del fumo, tra cui la terapia sostitutiva con nicotina (cerotti, gomme da masticare e inalatori), farmaci specifici, come la Vareniclina e il Bupropione, e supporto psicologico dedicato. In Italia, iniziative come il Telefono Verde contro il Fumo 800554088, attivo da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 16.00, offre un servizio gratuito per aiutare i fumatori a smettere, fornendo consigli pratici e sostegno emotivo. Parallelamente, sono stati introdotti programmi educativi rivolti ai giovani per sensibilizzarli sui rischi del tabacco e limitare l’accesso ai prodotti da fumo. La regolamentazione della pubblicità rivolta ai minori è un altro strumento fondamentale per ridurre l’attrattiva del fumo nelle fasce più vulnerabili della popolazione. 

Come smettere di fumare: un approccio pratico 

Per chi desidera smettere di fumare, è essenziale adottare una strategia personalizzata che tenga conto delle proprie abitudini e dei fattori scatenanti. Stabilire una data precisa per iniziare il percorso, identificare i momenti critici che alimentano la voglia di fumare e modificare le routine quotidiane sono passi cruciali verso il successo. Tecniche come la respirazione profonda e il supporto sociale da parte di familiari e amici possono essere strumenti utili per gestire lo stress legato alla cessazione del fumo. L’accesso a terapie farmacologiche e il coinvolgimento di professionisti qualificati aumentano significativamente le probabilità di successo. Molti ex fumatori trovano vantaggioso partecipare a gruppi di supporto o seguire programmi strutturati per la cessazione del fumo. Per alcuni individui, l’utilizzo delle sigarette elettroniche come strumento transitorio può rappresentare un aiuto efficace per ridurre gradualmente la dipendenza dalla nicotina. 

Progetti di prevenzione contro il tabagismo per i giovani 

I dati provenienti dalla Regione Veneto, che ha partecipato al progetto “Sfumiamo i dubbi” (2003-2004) per la prevenzione del tabagismo nelle scuole secondarie di II grado, dimostrano che la Peer Education rappresenta uno strumento efficace nella lotta contro il tabagismo tra i giovani. Gli adolescenti, infatti, sono percepiti come pari dai membri del gruppo target, risultando credibili, affidabili e attraenti come fonti di informazione. Questa dinamica consente loro di svolgere un’importante funzione di modello in termini di atteggiamenti, abilità sociali e comportamenti, facilitando così il passaggio da un coinvolgimento passivo a una partecipazione attiva della popolazione coinvolta. 

Luogo: Educandato Statale Maria Adelaide

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