Una Cooperativa di Comunità nel territorio di Corleone, Bisacquino e fino al confine con l’Alto Belice Corleonese.

L’iniziativa comincia a prendere corpo e Confcooperative Sicilia, attraverso la sede territoriale di Palermo, presieduta da Cesare Arangio è parte integrante di un percorso che conta già su un progetto finanziato dalla Città Metropolitana di Palermo – “Facciamo Comunità” – nell’ambito di un bando che, grazie anche all’attività della confederazione, è stato compreso nel territorio, tanto da registrare 16 proposte approvate e finanziate.

Dalla presentazione della scheda progettuale, alla concretizzazione delle iniziative inserite, il passo può essere lungo senza un valido supporto, in termini di esperienza e competenza. Per questo, unica organizzazione presente, nei giorni scorsi si è svolto un incontro organizzato dall’ideatore del progetto, Manfredi Mercadante, che ha coinvolto alcuni imprenditori agricoli, il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, il preside della scuola Agraria, Ezio Busetto,che nel contesto immaginato può avere un ruolo di primo piano.

“Stiamo già lavorando alla redazione dello statuto per la costituzione della cooperativa di comunità- ed i regolamenti di conferimento -spiega il presidente di Confcooperative Sicilia- sede territoriale di Palermo, Cesare Arangio- Quella a cui daremo vita sarà una cooperativa di territorio, finalizzata alla sua valorizzazione. L’idea è per certi versi analoga a quella che ha ispirato la cooperativa di comunità Terre di Balestrate, che sta funzionando molto bene ma intorno alla quale, nelle fasi iniziali, gli imprenditori avevano espresso timori e perplessità poi ampiamente superati dagli importanti risultati ottenuti. Molto ruoterà intorno alla produzione di pomodoro “Siccagno”, che paradossalmente in quest’area non gode di una denominazione registrata. La scuola Agraria – prosegue Arangio- potrà diventare luogo di aggregazione e laboratorio di sperimentazione, innovazione, trasformazione, in un momento in cui la siccità stravolgerà sicuramente il settore delle produzioni agricole siciliane. Non è un caso se proprio all’interno della scuola, si stanno sperimentando tecniche di coltivazione alternative a quelle tradizionale, a partire dall’acquaponica e idroponica”.

L’amministrazione comunale ha manifestato ampia disponibilità a svolgere un ruolo chiave in questo percorso di sviluppo e valorizzazione del territorio. “Il sindaco -racconta ancora Arangio- ha ad esempio annunciato l’intenzione di mettere a disposizione della cooperative di comunità il vecchio mercato ortofrutticolo, sempre con bandi di evidenza pubblica, che potrebbe diventare luogo di lavorazione delle merci, punto di riferimento per la logistica o comunque sito per eventuali esigenze. Lo stesso Comune potrebbe, inoltre, rendere disponibili altri locali, qualora necessari, per ospitare le attività che saranno inserite nell’ambito degli obiettivi da centrare. Non sono da sottovalutare i risultati che un meccanismo come quello ideato può produrre per l’economia locale, già a partire dalla formazione di cui gli studenti della scuola agraria potranno beneficiare. Saranno certamente proiettati in una dinamica imprenditoriale che li renderà più interessanti agli occhi delle imprese che potranno, una volta diplomati, accoglierli, in una zona in cui il rischio di spopolamento è sempre più alto”.

In una visione più ampia, le prospettive lasciano spazio all’ottimismo. Tra i soggetti che faranno parte della nuova cooperativa di comunità, figurano imprenditori che hanno già rapporti commerciali attivi con cuochi italiani nel mondo. “La richiesta è enorme- conclude Arangio -e poter lavorare con gli chef , stellati e non, italiani nel mondo, apre spiragli davvero importanti, consentendo, peraltro, di saltare dei passaggi e quindi di poter ottimizzare i margini di guadagno”.

L’obiettivo è arrivare in tempi brevi alla costituzione della cooperativa di comunità, così da avviare il percorso di rilancio e valorizzazione di un territorio ricco di potenzialità.

“Anche a Corleone le nostre cooperative fanno rete- commenta Alessandro Chiarelli, delegato per le questioni agricole di Confcooperative Sicilia- Nasce così una nuova idea di comunità, che è quella della nostra già corroborata cooperativa di comunità. Questo- prosegue Chiarelli- rappresenta una grande possibilità di rinascita, che riguarda i giovani dell’istituto tecnico agrario e le imprese, familiari e non, che in un nuovo modello, quello cooperativo, potranno andare avanti, facendo rete e conquistando i mercati, nazionali e sovranazionali, non solo con la produzione del siccagno, ma anche pensando di inserire in questo contesto arti e mestieri. E’ così che si rimane in queste terre, che hanno bisogno di questa nuova visione dell’agricoltura: la cooperativa”

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