Palermo 29 ottobre 2025 – “La realtà degli operatori Asacom del Comune di Palermo sta assumendo aspetti che rasentano il limite del paradosso”. A dichiararlo sono i segretari generali delle tre categorie Nidil Cgil Palermo, Fp Cgil Palermo e Flc Cgil Palermo a proposito dell’imposizione della partita Iva a dei lavoratori che sino all’anno prima hanno “normalmente” svolto la propria mansione senza tale obbligo.

“E’ una forzatura che non ha alcun riscontro giuridico e che va in contrapposizione col bando stesso pubblicato dal Comune di Palermo (come recita l’art. 2222 del c.p.c.). Lavoratori che non hanno la benché minima somiglianza a quella di un lavoratore autonomo, tanto è vero che devono sottostare a degli orari e utilizzare strumenti non di loro proprietà. Non decidono loro quanto esser pagati per la loro prestazione e sanno già prima a quanto ammonta la loro retribuzione: 15,61 euro lordi l’ora che tra imposte e contributi non arriva a circa 10 euro netti l’ora, senza ferie, festività natalizie e malattia, degli operatori o dell’assistito”, dichiarano il segretario Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone, il segretario generale Fp Cgil Palermo Andrea Gattuso e il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino.

Sono 2.540 i bambini che necessitano di un supporto a Palermo e gli assistenti specialisti alla autonomia e alla comunicazione che attualmente hanno accettato l’incarico sono circa 1.800. In questo momento, più di 600 alunni a Palermo sono scoperti perché molti operatori non vogliono aprire la partita Iva. “Tutto ciò sta avendo un effetto domino anche sulle famiglie dei bambini che necessitano di assistenza: molti operatori Asacom rifiutano l’incarico e molti bambini restano a casa – continuano Brugnone, Gattuso e Cirino – Occorre una legislazione regionale che porti a sistema in tutti comuni della Sicilia tutto ciò che riguarda l’assistenza specialistica agli alunni con disabilità, per evitare le disomogeneità del servizio e del trattamento dei lavoratori. I lavoratori che noi rappresentiamo non si fermeranno finché il Comune di Palermo non avrà con loro un trattamento equo che li rispetti sia dal punto di vista economica, lavorativo, salariale e che rispetti la loro dignità e i loro diritti”.


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