Palermo 17 maggio 2024 – Ieri presso il Tribunale del lavoro di Milano si è svolta la seconda udienza della vertenza fra i 226 lavoratori disabili siciliani e campani e la multinazionale Windtre. Da Palermo ha partecipato una cinquantina di lavoratori.  

Durante il dibattimento, rende noto la Fp Cgil Palermo, l’avvocato di Windtre ha proposto una conciliazione che di fatto conferma le preoccupazioni dei lavoratori disabili che hanno presentato ricorso: ovvero la perdita del diritto all’assunzione in Windtre, con la stipula di una nuova convenzione con un nuovo soggetto.

Proposta subito rigettata al mittente dai lavoratori, che a Palermo sono circa 200, la quasi totalità.  I lavoratori in presidio sotto il Palazzo di Giustizia di Milano hanno esposto per strada il loro striscione: “Basta giochi sulla pelle dei disabili”.

 La stipula della convenzione tra Wind Tre, il Consorzio Sintesi e le Regioni siciliana e campana obbliga la multinazionale, sin dal 2006, ad assumere i lavoratori al termine del periodo della convenzione, che è scaduta il 31 dicembre del 2023. Le Regioni, cofirmatarie delle convenzioni, si sono pronunciate ufficialmente ribadendo l’obbligo di assunzione in capo alla Wind Tre a far data dal 1° gennaio 2024.

“Wind Tre invece – spiega Michele Morello per la Fp Cgil Palermo assieme alle rsa Belinda La Barbera, Giuseppe Vitale, Domenico Spica, Truden Sala e Raffaela Usenza – ha proposto ai ricorrenti una stabilità occupazionale dapprima di tre anni, rilanciata ieri a sei anni, presso una nuova cooperativa, non applicando il contratto delle telecomunicazioni, che darebbe ai disabili una remunerazione del 30 per cento superiore rispetto al contratto delle cooperative”.

Non solo. La multinazionale dichiarato in aula che non garantisce la continuità occupazionale alla fine dei sei anni.

“Ma c’è di più – aggiungono Morello, La Barbera, Vitale, Spica, Sala e Usenza – Ha comunicato che la proposta di passaggio alla cooperativa è più vantaggiosa per i ricorrenti, poiché avrebbero sei anni di garanzia occupazionale grazie all’impegno di Wind Tre di dare in appalto le attività alla nuova società.  Mentre, la stessa Wind Tre, con l’assunzione diretta, potrebbe non garantire sei anni di occupazione nel proprio organico poiché sono già previsti cali drastici delle attività”.

“Quindi Wind Tre – stigmatizza la Fp Cgil Palermo – consiglia ai lavoratori delle categorie protette  il passaggio alla nuova cooperativa che, è bene precisarlo, mai si è occupata di Call Center e non ha sedi operative sui territori, piuttosto che l’assunzione nella multinazionale, appartenente al gruppo CK Hutchison Holdings, che fattura miliardi di dollari l’anno”.

L’offerta, adesso, come da prassi, verrà sottoposta ai ricorrenti. Ma la totalità dei lavoratori presenti a Milano ieri l’ha già reputata offensiva e discriminatoria. “Oltre la differenza abissale fra i due datori di lavoro, vi è una differenza sostanziale fra i due contratti collettivi nazionali di lavoro. Questi lavoratori, accettando il passaggio nella nuova cooperativa, guadagnerebbero il 30 per cento in meno per sei  anni e non avrebbero alcun diritto futuro – proseguono Michele Morello per la segreteria Fp Cgil Palermo con Belinda La Barbera, Giuseppe Vitale, Domenico Spica, Truden Sala e Raffaela Usenza – Restiamo fiduciosi nel giudizio della magistratura, che già ha mostrato attenzione alla particolarità del caso, permettendo ieri la partecipazione dei 50 lavoratori, fatto insolito in un processo del lavoro, all’udienza”.

I lavoratori esprimono ancora una volta “apprezzamento verso le istituzioni e le forze politiche chiamate in causa perché, con alto senso del dovere e delle istituzioni, hanno indirizzato la loro azione affinché venga rispettata la legge e, quindi, garantiti i diritti dei lavoratori disabili”. “In modo particolare – dicono i lavoratori – ringraziamo l’assessorato al lavoro della Regione siciliana, il Centro per l’impiego di Palermo, la commissione Lavoro della Regione siciliana, le forze politiche e sindacali delle regioni Sicilia e Campania, gli esponenti politici nazionali, e i media, che danno voce alla nostra vertenza”.

 

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