“Un luogo così fortemente identitario per la città di Enna, un castello di enorme pregio storico umiliato come fosse una baraccopoli”. Così interviene la parlamentare M5S a Palazzo dei Normanni Valentina Zafarana a seguito dell’indagine avviata dal sostituto procuratore di Enna Augusto Rio e che vede ben 6 persone iscritte nel registro degli indagati, tra funzionari e tecnici, per i lavori avviati e poi sospesi intorno al Castello di Lombardia, che si trova tuttora sotto sequestro.

Si tratta di Salvatore Gueli, soprintendente ai Beni culturali di Enna; Egidio Marchese, ingegnere e capo del Genio Civile; Guido Mameli, direttore della sezione beni architettonici; Paolo Puleo, ingegnere e dirigente dell’Ufficio tecnico comunale Enzo Di Gregorio; Gulizia e Gaetano Di Maria funzionari del Genio Civile, nonché responsabili del procedimento amministrativo per i lavori del Castello. Le sei figure apicali sono accusate di avere attestato falsamente “caratteri di somma urgenza” per dei lavori che di “somma urgenza” evidentemente avevano poco o nulla.

“Vista la gravità dei fatti sui quali sta indagando la Procura, – afferma Zafarana – chiediamo l’immediata sospensione di Salvatore Gueli nella qualità di soprintendente ai Beni Culturali di Enna e di tutte le figure apicali coinvolte sia per i Beni culturali che per il Genio civile. Attendiamo adesso che la legge faccia il proprio corso, con l’augurio che tali scempi non accadano mai più”. Nei prossimi giorni la deputata Zafarana presenterà anche una mozione all’Ars che impegni il governo regionale a prendere urgenti provvedimenti.

“Considerata la invasività dei predetti interventi avvenuti sul castello – conclude la parlamentare del Movimento 5 Stelle – e dei gravi e irreparabili danni causati all’area in oggetto, sottoposta ad un vincolo archeologico ed ambientale, in caso di rinvio a giudizio dei soggetti sopra indicati, ci si riserva di costituirsi parte civile per i danneggiamenti al Castello di Lombardia, patrimonio di tutti i siciliani”.