Ha girato ben venticinque film, ecco Marina Suma nella terza delle nostre puntate a lei dedicate. Il primo “Le occasioni di Rosa”, di Salvatore Piscicelli, le regala a soli vent’anni David di Donatello e Nastro d’Argento. Commenta l’attrice: “Sinceramente per me è stato un gioco al di fuori di ogni aspettativa. Ma anche un’occasione unica, visto che è stato presentato al festival di Venezia dove ho avuto un’accoglienza incredibile e il mio David di Donatello, oltre che ad altri importanti premi”.

Nella carriera della Suma, spicca sicuramente Sapore di Mare, che la consacra al pubblico come attrice indimenticabile e icona di una generazione che non ha smesso mai di amarla. Ma, ci tiene a precisare Marina, che di pellicole ne ha girate tantissime altre: “Non rinnego di certo Sapore di mare – spiega – ma certo non è l’unico film che ho girato. Ad ogni modo sono contenta che mi abbia dato grande successo e fatta conoscere al grande pubblico”. Un film importante di certo, aggiunge la Suma: “sicuramnte il primo che mi ha emozionata, c’erano attori importanti, registi famosissimi, stampa, pubblico trepidante, inoltre mi sono trovata bene con tutti ed ho avuto e continuo ad avere un bellissimo rapporto con Jerry Calà che è uno dei miei migliori amici”.

Nella lunga carriera cinematografica della Suma, ci sono anche registi come Sergio Corbucci (Sing Sing) e attori del calibro di Adriano Celentano, Carlo Verdone, Lello Arena; altrettanto amato dal pubblico è infatti “Cuori nella tormenta” (regia di Enrico Oldoini).

E poi una lunga sequela di altre pellicole: da Infelici e contenti di Neri Parenti a Malesh, lascia che sia di Angelo Cannavavcciuolo , ma anche, Un uomo a perdere, o Dio li fa poi li accoppia, regia di Steno.
Fino ad arrivare ai film girati fra il 2013 e il 2015 che rendono nuovamente Marina Suma protagonista del grande schermo, con Io è morto di Alberto De Venezia (2013) e Ballando il silenzio di Salvatore Arimatea (2015).
A proposito del suo lungo e intenso rapporto col cinema, aggiunge Marina Suma: “stare davanti ad una macchina da presa è veramente emozionante ma anche strano; hai la sensazione di essere spiata, controllata, ma alla fine è proprio la macchina che ti entra nel cuore.

In realtà – aggiunge – ho lavorato con tutti gli attori di cinema, oggi ci sono nuove generazioni ma certo mi piacerebbe collaborare ancora con altri registi e altri attori perché non si finisce mai di imparare”.