Gli appassionati dei tatuaggi, circa il 12% dei cittadini europei, sono allarmati dalle notizie sul bando alle sostanze coloranti deciso dall’Unione Europea dal prossimo gennaio. Soltanto tatuaggi in bianco e nero, per così dire, perché gli inchiostri colorati sono pericolosi per la salute per le sostanze chimiche contenute.

Come stanno le cose?

In realtà non è così: a essere banditi saranno soltanto i pigmenti che possono mettere a rischio la salute della pelle provocando allergie o effetti anche più gravi.

Lo spiega il sito dell’Echa, l’European chemical agency. “Gli inchiostri per tatuaggi e il trucco permanente sono una miscela di varie sostanze chimiche. Possono contenere sostanze pericolose che causano allergie cutanee e altri effetti più gravi sulla salute, come mutazioni genetiche e cancro.

I pigmenti dell’inchiostro possono anche migrare dalla cute a vari organi, come i linfonodi e il fegato. Talvolta i tatuaggi vengono rimossi con un laser che decompone in particelle più piccole i pigmenti e le altre sostanze. Se tra queste vi sono sostanze chimiche nocive, il processo di rimozione ne permette la libera circolazione nell’organismo.

Poiché le sostanze chimiche usate negli inchiostri per tatuaggi e nel trucco permanente possono rimanere nell’organismo per tutta la vita, esiste anche la possibilità di un’esposizione a lungo termine agli ingredienti potenzialmente nocivi”.

L’indagine sugli inchiostri

Nel 2015 è partita l’indagine sugli inchiostri usati per i tatuaggi e sulle sostanze chimiche contenute. Le autorità hanno esaminato i rischi per la salute presentati da queste sostanze chimiche e hanno indagato la disponibilità di alternative più sicure. Hanno inoltre considerato l’impatto socioeconomico della restrizione dell’uso di tali sostanze, analizzandone le ripercussioni sull’occupazione nel settore dei servizi e dell’industria manifatturiera.

La proposta di restrizioni

Nel 2017 la proposta di restrizione è stata sottoposta alla valutazione del comitato per la valutazione dei rischi (RAC) e del comitato per l’analisi socioeconomica (SEAC). Un’ampia consultazione sulla proposta si è svolta da dicembre 2017 a giugno 2018. Successivamente, da dicembre 2018 a febbraio 2019, si è svolta una consultazione sul progetto di parere definitivo del SEAC.

Il Rac ha valutato che esistono già delle alternative per tanti pigmenti, tranne per due: il blu 15:3 e il verde 7, che potranno essere ancora usati per un po’ di tempo. Il periodo di transizione di dodici mesi e, rispondendo a proteste e dubbi dei tatuatori, che vedono a rischio la loro economia, il Seac assicura che “la restrizione non avrebbe significative conseguenze economiche negative sulle catene di approvvigionamento né comporterebbe aumenti marcati dei prezzi per i consumatori. Il comitato ha inoltre convenuto che la restrizione ridurrebbe al minimo i rischi di sostituzione deplorevole. Entrambi i comitati hanno convenuto che il periodo di transizione suggerito di 12 mesi offrirebbe agli attori interessati il tempo necessario per adeguare le rispettive operazioni”.

Stop a 4.000 sostanze chimiche

Nella sostanza, sarà limitato l’uso di oltre 4.000 sostanze chimiche pericolose negli inchiostri per tatuaggi e sarà limitato nel trucco permanente. La restrizione introduce limiti massimi di concentrazione per singole sostanze o gruppi di sostanze utilizzate negli inchiostri per tatuaggi o nel trucco permanente.

Le nuove norme entrano in vigore nei paesi della Ue a partire dal 4 gennaio 2022 e, nel caso del Blu 15:3 e del verde 7 la Commissione e gli Stati membri dell’UE hanno concordato un periodo di transizione di 24 mesi, a partire dal 4 gennaio 2023.

La restrizione impone inoltre che sulle etichette delle miscele destinate al tatuaggio e al trucco permanente sia riportato tale uso previsto. L’etichetta deve inoltre includere un elenco degli ingredienti e le dichiarazioni di sicurezza pertinenti.

Per garantire la protezione delle persone anche nel lungo termine, la Commissione ha deciso che in futuro la restrizione limiterà automaticamente le sostanze chimiche che sono classificate a livello dell’UE come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione; sensibilizzanti, corrosive o irritanti per la pelle, irritanti per gli occhi, oppure che provocano lesioni oculari.

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