• Ha confessato l’omicida di Agitu Gudeta, la pastora etiope simbolo dell’integrazione.
  • Il ghanese Adams Suleimani ha ammesso di avere violentata la donna mentre era a terra agonizzante.
  • Il movente: il mancato pagamento di una mensilità.

Sono emersi particolari agghiaccianti dall’interrogatorio del 32enne Adams Suleimani, ghanese, che ha confessato l’omicidio di Agitu Gudeta, la pastora etiope trovata uccisa a martellate nella sua casa di Valle dei Mocheni, in Trentino.

L’uomo, interrogato dai carabinieri davanti al Pm e all’avvocato d’ufficio, ha raccontato di avere violentato la donna mentre si trovava a terra agonizzante. Il ghanese ha ammesso le sue responsabilità e ha descritto fatti in linea con quanto emerso dai rilievi effettuati dagli investigatori.

L’assassino in passato aveva già lavorato per la donna ed era tornato circa due mesi fa ad occuparsi del pascolo delle capre, vivendo al primo piano dell’abitazione. L’uomo ha detto che si è accesa una lite per il mancato pagamento di una mensilità.

L’omicidio è avvenuto nella camera da letto della donna dove la vittima è stata colpita 4 o 5 volte. Inoltre, mentre si trovava a terra, Agitu è stata violentata. L’uomo è ora rinchiuso nel carcere di Spini di Gardolo, a Trento.

Agitu Ideo Gudeta, 42 anni, originaria dell’Etiopia, era simbolo dell’integrazione ed ambientalista.