Beh, ci mancava solo l’asteroide. Non solo il coronavirus che sta infettando il mondo ma anche la notizia della massa stellare che ‘sfiorerà’ il nostro Pianeta. Come in un film apocalittico. Subito una premessa, però: l’asteoride non ci colpirà. Quindi, almeno su questo fronte, possiamo dormire sonni tranquilli.

Ora, la data del massimo momento di vicinanza tra l’asteroide – chiamato 52768 (OR2 1998) – e la Terra sarà mercoledì 29 aprile. La massa extraterrestre ha una larghezza stimata tra 1,77 e 4 chilometri ed è stato scoperto per la prima volta nel  1998: passerà a una distanza di 3.908.791 miglia, ovvero 6.290.589 chilometri, a una velocità di 19.461 miglia all’ora (31319 chilometri orari). Insomma, la distanza di sicurezza c’è.

L’asteroide, comunque, è stato classificato come un oggetto potenzialmente pericoloso perché passa vicino all’orbita terrestre ma non si trova attualmente nell’elenco della NASA dove sono contenuti gli eventi potenziali di impatto sulla Terra. Questi vengono raccolti e monitorati dal Sentry System della NASA, «un sistema di monitoraggio delle collisioni altamente automatizzato che esegue una scansione continua del catalogo degli asteroidi aggiornato alla ricerca di possibili impatti futuri con la Terra nei prossimi 100 anni».

Ora, 52768 è l’asteroide più grande che la Terra si attende di ‘vedere’ da vicino entro i prossimi due mesi ma non è il più grande di sempre. Tale onore spetta all’asteroide 3122 Florence (1981 ET3) che fortunatamente non si presentò all’appuntamento con noi il 1° settembre del 2017. Farà un altro passaggio il 2 settembre 2057 e si stima che la sua massa abbia una larghezza tra 4 e 8,8 chilometri.

La Nasa, comunque, non si limita solo a localizzare le masse vicino alla Terra ma anche punta a studiarle da vicino e a mitigare il pericolo di una collisione. L’osservatorio si trova nel Cile centro-settentrionale, a Cerro Pachón. E, ogni volta, il primo obiettivo è lo stesso: conoscere le dimensioni e l’orbita dell’asteroide così da prevedere la vicinanza con la Terra.

Insomma, possiamo stare sereni (ma non alla Renzi, ovviamente…): anche noi abbiamo i Guardiani della Galassia.