In Brasile è scoppiata un’assurda protesta in strada dopo che una bambina di 10 anni, violentata dallo zio da quando ne aveva 6, è stata sottoposta a un aborto in ospedale. Attivisti religiosi, infatti, si sono presentati davanti all’ospedale per manifestare contro l’interruzone di gravidanza.

Tutto è partito da un video sui social pubblicato da Sara Giromini, estremista di destra, che ha sia divulgato il nome della bambina che l’ospedale, invitando i manifestanti anti-abortisti a recarsi lì per protestare. Facebook ha poi rimosso il video perché «violava le nostre politiche, promuovendo potenziali danni alle persone nel mondo offline in modo coordinato». Un giudice ha poi ordinato anche a Google e Twitter di rimuore i dati sensibili della bambina entro 24 ore pena una multa da quasi 7mila euro al giorno.

Questa gente ha etichettato il personale dell’ospedale come «assassino» e ha anche tentato di assaltare l’edificio, motivo per cui è stato necessario l’intervento della polizia militare.

La bambina è stata portata di nascosto in ospedale, nel bagagliaio di un’auto, ed è entrata da una porta laterale. Stando a quanto riportato dalla BBC, la bambina è rimasta incinta dopo l’ennesimo stupro da parte di uno zio che è stato arrestato dalla polizia. La piccola ha raccontato agli investigatori di essere rimasta in silenzio perché era stata minacciata di morte dal familiare.

Anche se alla bambina è stato concesso il permesso legale di abortire, gli attivisti hanno tentato di impedirne l’esecuzione. La piccola, invece, è stata difesa da un gruppo di attivisti ‘pro-choice’, intervenendo sul posto.

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