“Oggi il referendum ha segnato una battuta d’arresto che non può restare inascoltata”. Così Giovanni La Via commenta l’esito del referendum che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.

Rispettiamo il voto dei cittadini inglesi, ma non ci arrendiamo. Adesso dovremo valutare le conseguenze di questa scelta, e la plenaria straordinaria convocata per il prossimo martedì a Bruxelles sarà il luogo deputato al confronto e all’analisi per le prospettive future dell’Europa”.

L’europarlamentare catanese ha anche criticato il Movimento 5 Stelle: “Come possano pensare di sedere ancora nello stesso gruppo politico di Nigel Farage, l’alfiere della campagna per la Brexit, sebbene Grillo abbia più volte sottolineato l’importanza di restare in Europa?

Secondo il deputato del Ppe “sarebbe più coerente collaborare con chi condivide le stesse idee e gli stessi valori o quantomeno, per giungere a fini comuni per il bene della collettività. Nel caso della collaborazione con il gruppo di Farage, che oggi ha fieramente celebrato “l’Indipendence Day”, questi elementi sono del tutto assenti”.

“Si potrebbe dire, a voler pensare male – conclude La Via –  che la scelta sia stata fatta solo per far parte di un gruppo politico e beneficiare quindi dei contributi previsti per le attività politiche e dei vantaggi – indubbi – rispetto alla mera adesione ai cd. non iscritti, equivalente del nostro gruppo misto”.

Oggi è una giornata tristemente storica per una decisione, che comunque rispettiamo, che muterà per sempre gli equilibri europei. Ma è una giornata storica anche perché da oggi, e proprio da questa decisione, obbligatoriamente, dovrà partire il nuovo corso di una Unione Europea più forte, unita, e pronta a dare risposte ai cittadini d’Europa”, ha detto invece Michela Giuffrida, eurodeputato del Pd.

Secondo la parlamentare siciliana “quanto è accaduto sia un monito anche per l’Italia, e per altri Paesi fondatori dell’Unione che vivono forti contrapposizioni sulla spinta di forze populisti senza scrupoli ne programmi concreti. Per l’Europa è il momento di mettersi finalmente in discussione, perché l’insoddisfazione – inutile negarlo – non è solo dei cittadini inglesi. Si riparta da qui con nuovi e più forti argomenti, con una politica economica che dismetta l’austerità per puntare alla crescita e allo sviluppo, che sia inclusiva, e punti alla integrazione e alle fasce sociali più deboli. Il Parlamento europeo, che si riunirà in seduta plenaria straordinaria martedì, darà certamente il suo apporto e contributo per garantire una stabilità dalla quale le istituzioni europee non possono prescindere”.

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