Era plausibile, anzi, era molto probabile. Se il proprietario costruisce la squadra a giugno per arrivare 17º, se si impedisce ad ogni allenatore di dar concretezza ad un progetto di continuità prima o poi accade.
E quest’anno il Palermo, che pareggia contro il disinteressato e proiettato all’anno prossimo Empoli, potrebbe davvero piangere le conseguenze di queste cause note.
Carpi e Frosinone, che Lotito aveva già preventivamente retrocesso, hanno stupito tutti e corrono ancora per la restare nella massima serie: il Frosinone trova un importantissimo pareggio contro una spenta Fiorentina, mentre il Carpi compie l’impresa a Verona, aggancia il Palermo e manda l’Hellas in B. Di Gaudio e Lasagna sono il manifesto dell’anti-Zampanirismo, italiani cresciuti nelle serie cadette che nulla hanno in comune con le meteore sudamericane di EmmeZeta.
In Sicilia conosciamo bene Rolando Maran ed il suo tatticismo, ma non smettiamo mai di stupircene. Al centro della classifica è il Chievo che scuote la staticità. Vince e convince a Genova contro una Sampdoria sempre più vittima di un passato glorioso che condiziona le mediocri sorti della squadra, appesantita da obiettivi impossibili. Attenzione alla situazione finanziaria poco chiara del presidente Ferrero: Eto’o dice di lui che è un poco di buono, c’è chi addirittura fiuta un fallimento vicino. Ne approfitta l’Atalanta che vince all’ora di pranzo e respira, mentre l’Udinese cambia allenatore ma non le proprie sorti: è un pareggio il primo esito della gestione De Canio.
Ai piani alti registriamo l’ennesima prova di forza tra Juventus e Napoli, che vincono ancora e mettono altri punti tra loro e la Roma. Non era facile dimenticare la bella e perdente prestazione di Monaco, Pogba e compagni si sono scontrati con una realtà che li pone da outsider scomodi, ruolo comunque non gradito a tutti. Difficile dunque riuscire a vincere così largamente un derby a compimento di questa settimana: 4-1 che da forza in chiave scudetto, tiene lontano il Napoli, produce buon umore e rende Gianluigi Buffon il portiere più imbattuto della storia della Serie A.
Lode a Gonzalo Higuain, 29 gol in 28 partite e scarpa d’oro possibile, il Pipita porta i partenopei a 67 e tiene la Juventus lontana soltanto 3 lunghezze. Perde terreno la Roma che nello scontro diretto con l’Inter prima va sotto, poi pareggia e non vince grazie al solito SerrHanda, uomo che in questo campionato è secondo solo ad Higuain per incisività. Mancini ha dimostrato di  avere in Perisic un’arma in più, ma anche d’aver snaturato il ruolo di Eder. Ennesimo regalo di Natale inutile, speriamo possa ritrovarsi in vista dell’Europeo.
Il pareggio di Milano tra Milan e Lazio, invece, ridimensiona i sogni di entrambe le compagini e lascia l’amara sensazione d’aver visto squadre mediocri, gestite da mediocri allenatori.
Al ritorno dalla sosta dunque riprenderà l’acceso scontro al vertice, successivo ad un turno di amichevoli nazionali che testerà il grado di preparazione degli Azzurri, rimaneggiati a causa degli infortuni ma pronti a dare battaglia per mettere in difficoltà Conte sulle ultime scelte di convocazione.
(a cura di Carlo Castiglione)