‘Cacciamo il Ministro dell’Istruzione Bussetti’. E’firmata da Pino Aprile la petizione on line per una sfiducia popolare nei confronti del Ministro dell’Istruzione. Parte da Palermo e dalla Sicilia l’indignazione dopo che l’esponente leghista ha chiaramente detto che bisogna tagliare i fondi alle scuole del Sud perché non servono mettendo in dubbio anche la preparazione degli insegnanti.

“Il ministro Marco Bussetti must go, se ne deve andare” attacca il documento che accompagna la petizione che ha raccolto in poche ore quasi 1000 firme.. “La serie degli ultimi governi ha messo il Dicastero dell’Istruzione nelle mani dei peggiori ministri di sempre, sino all’attuale, leghista e allenatore di basket. Per lui, non servono più fondi per le scuole disastrate del Mezzogiorno a cui il Nord ha rubato il soldi per le scuole terremotate (che sono nella stragrande maggioranza a Sud, mentre i soldi per restaurarle finirono per il 97 per cento al Centro-Nord) o per ristrutturare quelle malmesse (quasi mezzo miliardo che fu sottratto e speso diversamente); o per la ricerca collegata alle start up (un miliardo che venne destinato all’illuminazione del Veneto, alle compagnie di navigazione sul lago di Garda, all’industria bresciana delle armi); o per combattere l’evasione scolastica altissima a Scampia e in alcuni quartieri di Palermo (ma i soldi andarono soprattutto al Nord, specie Lombardia)…”

“Eppure, per un ministro di adamantina anima leghista, contro il divario cui la scuola del Mezzogiorno è stata condannata da un Paese razzista, non servono più fondi per attrezzare gli istituti, aiutare i ragazzi in difficoltà ambientali e familiari, no: “Ci vuole più impegno, più lavoro e sacrificio al Sud per recuperare il gap con il Nord. Vi dovete impegnare forte, è questo che ci vuole”.

Ma le parole usate nella speranza di ‘cacciata’ del Ministro sono ancora più pesanti “Capito? Non è colpa di chi riduce la scuola del Sud in condizioni disastrate, senza mense, in edifici precari; no, è colpa dei meridionali. E ora con la legge sul regionalismo differenziato, vogliono sottrarre ancora un miliardo e mezzo alle scuole del Sud, e trattenere i 9/10 delle tasse nelle Regioni più ricche, in modo da poter pagare meglio i loro docenti, offrire agli studenti scuole sempre più fornite e una formazione più completa; in tal modo, i migliori professori finirebbero al Nord, e verso quelle scuole si creerebbe, dalle Regioni più povere, come già avviene per le università, una migrazione di studenti con maggiori disponibilità, ufficializzando la creazione di scuole per ricchi al Nord e di serie B nel Meridione”.

Ma le critiche non riguardano solo il governo gialloverde ma tutti gli ultimi ministri dell’Istruzione “È la naturale conclusione di un percorso: da Maria Stella Gelmini, del centrodestra con uso di Lega, che escluse dai programmi di letteratura del Novecento tutti i poeti e gli scrittori meridionali; a Francesco Profumo, del governo “tecnico” Monti, con il suo progetto di dividere l’Italia in tre, per borse di studio differenziate Nord-Sud; a Maria Chiara Carrozza del Pd, che emanò il decreto per uccidere le università del Sud, stabilendo che quelle che sorgono in territori più ricchi sono migliori; a Stefania Giannini, della Margherita, che riuscì a non fare niente o quasi; a Valeria Fedeli, Pd, “la più migliore”, con la sua terza media. Ora Marco Bussetti, che addossa al Sud le conseguenze della gestione differenziata e antimeridionale del diritto allo studio. Questo ministro non deve restare un giorno di più al suo posto. Firmate per cacciarlo”.