Le code e le orecchie dei cani, non si tagliano. Lo ha ribadito il Tribunale di Brescia che ha condannato in primo grado due persone, tra cui un Veterinario, accusati delle amputazioni. Una terza persona aveva invece patteggiato la pena.
Una vicenda lunga e travagliata quella del divieto ora imposto che risale al recepimento di una vecchia Direttiva dell’Unione Europea. Diverse circolari che mostrarono uno strano botta e risposta tra un precedente Ministro della Salute ed un suo Sottosegretario, sembrarono indirizzare verso una sorta di salvacondotto nel caso di tagli per cani da lavoro.
La cosa, però, fu chiarita in via definitiva.
La sentenza di Brescia è stata ora accolta in maniera positiva dalla LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) che si era costituita parte civile nel procedimento in questione. Un plauso per la condanna che sebbene giudicata lieve costituisce, sempre ad avviso della LAC, un caso emblematico. La richiesta è ora quella dell’intervento dell’Ordine dei Medici Veterinari oltre che controlli più stringendi.
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