Emanuele Pozzolo, deputato vercellese ed ex esponente di Fratelli d’Italia, è stato condannato a un anno e tre mesi con pena sospesa per porto illegale di arma da fuoco. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Biella nella serata di oggi, al termine del processo relativo allo sparo avvenuto la notte di Capodanno 2024 durante una festa nella sede della Pro Loco di Rosazza, in provincia di Biella.

Il giudice ha ritenuto il parlamentare colpevole per aver portato illegalmente una pistola da collezione, un piccolo revolver della North American Arms, ma lo ha assolto dal capo d’imputazione più grave legato al possesso di munizioni da guerra, “perché il fatto non sussiste”.

Una festa finita con uno sparo e un ferito

I fatti risalgono alla notte di Capodanno tra il 31 dicembre 2023 e il 1° gennaio 2024, quando Pozzolo partecipava a un evento privato con diversi ospiti, tra cui il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, alcuni agenti della scorta e politici locali.

Durante la serata, un colpo partì accidentalmente da un mini-revolver legalmente detenuto da Pozzolo, ferendo alla gamba Luca Campana, genero del caposcorta. L’episodio provocò grande clamore mediatico e politico, anche per la presenza di figure istituzionali e forze dell’ordine. Inizialmente, oltre all’ipotesi di porto abusivo, si parlò anche di lesioni personali, ma questa accusa è decaduta in seguito al risarcimento riconosciuto da Pozzolo alla vittima, con ritiro della querela.

Il processo e la sentenza

Il procedimento giudiziario si è concentrato sugli aspetti tecnici legati all’arma e ai proiettili, dopo l’estinzione del reato di lesioni. L’accusa aveva chiesto una pena di un anno e sei mesi, ma il giudice ha deciso per una condanna ridotta, un anno e tre mesi con sospensione condizionale della pena. Emanuele Pozzolo è stato ritenuto colpevole del solo reato di porto illegale dell’arma da collezione, mentre è stato assolto per il possesso di munizioni a espansione, che in un primo momento erano state considerate come munizionamento da guerra.
All’uscita dal tribunale, Pozzolo ha dichiarato: “Si è sgretolata un’altra parte delle accuse montate anche dai media”.

Le reazioni e il contesto politico

La vicenda aveva suscitato grande attenzione mediatica e politica sin dalle prime ore, non solo per il ferimento avvenuto durante una festa con esponenti istituzionali, ma anche per il profilo dell’arma coinvolta. Il mini-revolver utilizzato, pur essendo classificato come arma da collezione, richiede una particolare autorizzazione per il porto, che nel caso di Pozzolo non risultava presente.

Pozzolo, per tutta la durata delle indagini, si è sempre professato innocente e ha sostenuto di essere stato vittima di un’esagerazione mediatica. La sua linea difensiva ha puntato molto sull’inconsistenza delle accuse più gravi e sulla natura non offensiva della pistola detenuta.

Con questa sentenza, il processo si conclude formalmente, ma il caso resta emblematico per il dibattito che ha sollevato in merito alla presenza di armi in contesti pubblici o privati frequentati da rappresentanti dello Stato.

Una condanna con pena sospesa: cosa significa?

La sospensione condizionale della pena, prevista dall’art. 163 del Codice Penale, permette al condannato di non scontare fisicamente la pena detentiva, a meno che non commetta altri reati entro un determinato periodo.
Nel caso di Pozzolo, quindi, non ci sarà detenzione, ma la condanna rimane registrata e potrebbe avere ripercussioni politiche o giuridiche future, soprattutto in caso di ulteriori violazioni.