Chiude, dopo la decisione presa lo scorso dicembre, il più grande macello di cani esistenti in Sud Corea. La municipalità di Seongnam, infatti, si starrebbe apprestando a smantellare la struttura che, secondo fonti locali, era riuscita a macellare fino a 80.000 cani all’anno.
Il macello è situato nel mercato di Moran, un luogo enorme dove viene venduto di tutto. Tra le varie mercanzie anche la carne di cane che coprirebbe un terzo del fabbisogno del paese. Un uso che fa rabbrividire molti Coreani ma anche la comunità internazionale che, su questo tema, ha ormai da tempo scatenato una vasta protesta. Uso, ovviamente, che vuole essere mantenuto da chi fedele alla tradizione alimentare. In fin dei conti, dicono, in altre parti del mondo si mangiano agnelli ed altri animali dalla forte empatia, come nel caso dei maiali, senza suscitare analoghe proteste.
Probabilmente la pensano così anche quella parte dei produttori che si stanno opponendo allo smantellamento del macello. Sarebbero, però, quelli che non sono in grado di riconvertire il loro lavoro, mentre una decina su ventidue aziende in tutto hanno accettato la decisione della città. Qualcuno, però, ha sottolineato la situazione economica florida di questi ultimi che potrebbero continuare a macellare da altre parti.
In altri paesi della stessa area geografica si mangia carne di cane. Avviene, ad esempio, in alcune regioni della Cina e del Vietnam, mentre mercanti di cani da esportare sono segnalati in Tailandia. Tale uso alimentare è noto per alcune zone del continente Africano, ma è bene ricordare che anche da noi vi è qualcosa che non va nel verso giusto. Basti considerare l’uso, secondo alcuni ancora esistente, di mangiare carne di volpe, che sempre canide è.
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