Per il coordinamento regionale della vigilanza L.I.P.U., la stagione venatoria 2016/2017 in Calabria si sarebbe ancora una volta chiusa facendo registrare gravi fatti di bracconaggio. In particolare la LIPU evidenzia il lavoro svolto dalla Polizia Provinciale di Cosenza. Le ultime settimane di gennaio, infatti, sono state caratterizzate dagli interventi del Distaccamento di San Giovanni in Fiore specializzato nel contrasto ai reati contro la fauna selvatica e gli animali.

A finire nelle maglie dei controlli sono quattro soggetti fermati in due distinte operazioni e sospettati di avere abbattuto numerosi volatili protetti. Gli agenti della Polizia Provinciale hanno scoperto nel bagagliaio di un veicolo poco distante otto fringillidi e due merli uccisi. I primi, protetti dalla legge, mentre il secondo non più cacciabile oltre il 31 dicembre. Il ritrovamento faceva seguito ai controlli a tre soggetti di cui due provenienti dalla Toscana.

Anche il quarto soggetto, fermato in separata operazione, è stato ritenuto responsabile dell’abbattimento di fringuelli.

Per tutti è scattato il sequestro di armi, munizioni e fauna selvatica illecitamente abbattuta, con la denuncia a piede libero alla Procura della Repubblica di Castrovillari, competente per territorio.

L’attività antibracconaggio da parte degli agenti della Polizia Provinciale del distaccamento silano di San Giovanni in Fiore, è stata encomiata dal Presidente della Provincia Di Natale.

Secondo la vigilanza LIPU, ad eccezione di Cosenza, in gran parte della regione, sono assenti o davvero scarse le notizie di bracconieri fermati e denunciati, verosimilmente non perché non ci siano ma perché non vengono probabilmente scoperti, né è la dimostrazione la rarissima Aquila minore ferita a colpi di fucile qualche settimana addietro da parte d’ignoti bracconieri nel catanzarese, oltre alle segnalazioni di illegalità che puntualmente arrivano da ogni parte della Calabria.

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