Walter Giannò

Tutti i blog

Oggi, 15 maggio, la città di Istanbul torna al centro della diplomazia internazionale ospitando i colloqui tra Russia e Ucraina, i primi dal marzo 2022.

Il vertice, che si tiene sotto l’egida della Turchia, vede la partecipazione di delegazioni di Mosca e Kiev, con gli inviati speciali del presidente statunitense Donald Trump, Steve Witkoff e Keith Kellogg, pronti a monitorare le discussioni.

Al centro dell’agenda c’è la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni, avanzata dall’amministrazione Trump e già accettata da Kiev. Tuttavia, l’assenza dei leader chiave, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, e le profonde divergenze tra le parti sollevano dubbi sulle possibilità di una svolta concreta.

La delegazione russa: Medinsky guida il team

La Russia schiera una delegazione guidata da Vladimir Medinsky, ex ministro della Cultura e negoziatore di lungo corso, già protagonista dei colloqui del 2022. Medinsky è affiancato da figure di spicco come il viceministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il capo della Direzione principale dello Stato maggiore Igor Kostyukov e il viceministro della Difesa Alexander Fomin. Completano il gruppo esperti come Aleksandr Zorin, Yelena Podobreyevskaya, Aleksej Polishchuk e Viktor Shevtsov, incaricati di affrontare questioni tecniche e umanitarie.

Il Cremlino ha confermato che Vladimir Putin non sarà presente, una decisione che ha attirato critiche da diplomatici occidentali. Secondo il Wall Street Journal, l’invio di funzionari di “seconda fascia” come Medinsky segnala un approccio rigido di Mosca, con l’obiettivo di ottenere una “capitolazione” ucraina. “Putin sembra voler negoziare da una posizione di forza, nonostante le difficoltà sul campo”, ha dichiarato una fonte diplomatica.

Gli Stati Uniti: Witkoff e Kellogg in prima linea

Gli Stati Uniti sono rappresentati da Steve Witkoff, magnate immobiliare vicino a Trump, e Keith Kellogg, ex generale e consigliere per la sicurezza nazionale.

La decisione di Trump di non partecipare di persona, annunciata dopo la conferma dell’assenza di Putin, ha ridotto le aspettative di un incontro ad alto livello. “Senza i leader, il vertice rischia di rimanere un esercizio tecnico”, ha dichiarato un funzionario statunitense alla CNN. Nonostante ciò, Witkoff e Kellogg sono incaricati di garantire che le discussioni restino focalizzate sulla tregua, con l’obiettivo di evitare un’escalation militare.

L’Ucraina: Zelensky valuta la partecipazione

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si trova oggi ad Ankara per un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, prima di decidere se partecipare ai colloqui di Istanbul. Zelensky aveva precedentemente proposto un faccia a faccia con Putin, ma la scelta di Mosca di inviare una delegazione di livello inferiore ha raffreddato le aspettative. “Se Putin non si presenta, sarà chiaro che non vuole la pace”, ha dichiarato Zelensky.

Fonti ucraine hanno ribadito che la delegazione di Kiev si concentrerà sull’attuazione di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, rifiutando discussioni su questioni territoriali senza garanzie concrete. “Siamo aperti al dialogo, ma solo con condizioni chiare”, ha detto un funzionario ucraino al Kyiv Independent. La posizione di Kiev è sostenuta da alleati occidentali, che hanno promesso nuove sanzioni contro Mosca in caso di stallo.

Le sfide del negoziato: un cammino tortuoso

Il vertice di Istanbul si apre in un clima di cautela. La Russia insiste su condizioni difficili, come il riconoscimento della sovranità sulla Crimea e le regioni occupate, oltre alla revoca parziale delle sanzioni occidentali. L’Ucraina, invece, chiede un cessate il fuoco immediato senza concessioni territoriali, supportata da Stati Uniti ed Europa.

Il fallimento di precedenti tentativi di tregua, come il cessate il fuoco limitato nel Mar Nero, alimenta lo scetticismo. “La Russia deve dimostrare di voler negoziare in buona fede”, ha dichiarato il segretario generale della NATO Mark Rutte. La Turchia, in qualità di mediatore, cerca di mantenere un ruolo neutrale, con Erdogan che si è detto “determinato a facilitare un dialogo costruttivo”.

Pressioni internazionali: sanzioni e diplomazia

L’Unione Europea ha intensificato le pressioni su Mosca, con la Commissione che sta preparando un nuovo pacchetto di sanzioni, il 17° dall’inizio del conflitto, da approvare entro fine maggio. “La cooperazione con Washington è fondamentale per colpire efficacemente l’economia russa”, ha dichiarato un diplomatico europeo a Reuters.
Il Regno Unito, attraverso il ministro degli Esteri David Lammy, ha criticato la delegazione russa, definendola “inadeguata” per un negoziato serio.