Più anni impieghi per laurearti più punti ottieni al concorso. E’ quanto sta accadendo al concorso per 3.946 addetti all’ufficio del processo, pubblicato lo scorso aprile dal ministero della giustizia. Il bando prevede infatti il raddoppio del punteggio sulla base dell’anzianità della laurea. L’articolo 6 prevede l’assegnazione di un massimo di 15 punti per i titoli, è anche previsto, il raddoppio del punteggio laddove la laurea sia stata conseguita “non oltre sette anni prima del termine ultimo per la presentazione della domanda di partecipazione al presente bando ovvero dal termine ultimo previsto per il conseguimento del titolo ai fini della partecipazione”.
Le proteste e il ricorso
“Può l’anno di laurea essere una discriminante? Assolutamente no – dichiarano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – In questo concorso, infatti, ottiene un punteggio superiore chi ha conseguito una laurea più recentemente rispetto a chi invece si è laureato negli anni precedenti. Capita così, che studenti fuoricorso da anni superino chi invece si è laureato in regola”. Un paradosso tutto italiano che in tanti stanno tentando di combattere proponendo ricorso, in virtù delle precedenti vittorie già ottenute negli anni passati proprio per lo stesso motivo. “Già in passato abbiamo contestato tale criterio – precisano i legali – e i giudici del Tar hanno accolto il nostro ricorso, dichiarando illegittimi e privi di ogni logica i criteri di selezione basati sull’anno di laurea e di diploma previsti ad esempio dalla Banca d’Italia che ha poi annullato l’intera procedura concorsuale. I giudici avevano definito quei “criteri manifestamente irragionevoli e palesemente discriminatori circostanza del tutto anodina, in alcun modo associabile, in verità, ad un giudizio sulla loro preparazione o sulla loro qualificazione professionale”.
Il criterio
Tale criterio selettivo è infatti illegittimo in quanto si basa sull’anzianità del conseguimento del titolo di laurea, con la conseguenza che risulta premiata la minore distanza temporale dalla data di conseguimento del titolo di studi e la partecipazione al bando di concorso, che di fatto non vuol dire una minore età del candidato che poteva essere valutata in altro modo. Quella dei punteggi è una battaglia che lo studio legale conduce da anni e che ha permesso a tantissimi candidati di ottenere la correzione del proprio punteggio e anche il posto di lavoro spettante. Ultima, ma solo in ordine di tempo, è quella relativa a un candidato palermitano che proprio per il concorso per Ufficio del processo, aveva notato un errore nel proprio punteggio. “Grazie al nostro intervento – raccontano i legali – lo scorso 21 giugno il candidato, che era stato escluso dal concorso, ha invece potuto firmare il contratto. Il Tar Lazio, con una decisione lampo, ottenuta in meno di 24 ore, ha accolto la richiesta cautelare e disposto la convocazione per la presa di servizio”.
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