Vittorio Sgarbi è stato denunciato dall’associazione Patto Trasversale per la Scienza (PTS), fondato da Roberto Burioni e Guido Silvestri «per le gravi affermazioni fatte nel video del 9 marzo scorso pubblicato sul profilo Facebook (ora cancellato) e sul canale YouTube sulla diffusione del virus e sulla malattia Covid-19».

«Nel video – ha spiegato il PTS –  Sgarbi ha manifestato dubbi sulla pericolosità del virus e sulle modalità di diffusione del contagio, diffuso notizie false rispetto alla prevenzione e ridicolizzato le misure di contenimento adottate dal Governo». Secondo Pier Luigi Lopalco, presidente del Pts e responsabile Coordinamento Regione Puglia emergenze epidemiologiche: «A prescindere dai risvolti giudiziari, chi in questo momento ha a disposizione una platea importante di pubblico in qualità di influencer ha anche doveri e obblighi morali di responsabilità nei confronti del Paese. È da irresponsabili diffondere proclami che incitino ad abbassare la guardia verso un’infezione così pericolosa».

COS’HA DETTO SGARBI?

Ecco le parole che hanno mosso il PTS a presentare un esposto penale contro l’ex sindaco di Salemi: «Ma chi di voi sta male veramente sui milioni che siamo in italia quei poveretti che prendono la polmonite stavano male, sarebbero stati male comunque anche senza coronavirus del ca**o, il quale attende solo un po’ di caldo per morire perché è talmente potente che a 26 gradi muore. Tu bevi un tè caldo ed è già morto. Ma che ca**o di virus è? Ma qual è questa peste? Ma perché dobbiamo convincere gli italiani che la loro vita è cambiata? Non escono di casa, non vanno al cinema. Io vorrei dirvi io giro ovunque. Le uniche zone che mi attraggono sono le zone rosse. Io vorrei andare a Vo’, a Codogno, Bergamo, Lodi».

E ancora: «Fra 15 giorni sarà finito tutto, tutto. Però intanto ci hanno spiegato che dobbiamo essere prudenti, fermi così come dei co*lioni chiusi in casa a letto. Bene se siete a letto, se siete a letto, alzatevi! alzatevi! andate in giro! andate a Codogno! andate a vedere!».

Il PTS ha, quindi, chiesto all’Autorità Giudiziaria se Sgarbi abbia commesso questi illeciti: Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico (Art. 656 c.p.); Istigazione a disobbedire alle leggi (art. 415 c.p.); Istigazione a delinquere (art. 414 c.p.).

COME HA REAGITO SGARBI?

Il critico d’arte, 67 anni, ha risposto così alla denuncia presentata dal PTS: «Le mie posizioni sono quelle di molti scienziati. Dal Governo strategia della tensione per coprire le inefficienze del sistema sanitario. Ogni mia dichiarazione è ispirata alla posizione di uomini di scienza che hanno indicato i limiti del virus rispetto alla mortalità».

Su Facebook Sgarbi ha aggiunto: «Nessuna mia affermazione prescinde dalle posizioni di virologi ed epidemiologi quali Gismondo, Bassetti e Tarro, ai quali mi sono ispirato. Non ho istigato nessuno ma ho raccomandato i precetti cristiani della visita agli infermi nel momento in cui si è dichiarato che a Codogno il virus era stato debellato. Tra le opere di misericordia c’è l’obbligo di visitare gli infermi. Denuncio quindi la prepotenza, l’aggressione, la presunzione di verità di chi, in nome della scienza, nega i dati oggettivi sulla malattia, virale ma non mortale, per coprire le insufficienze dello Stato nella sanità, procurando allarme e confondendo le cause di morte per attribuirle indebitamente al Coronavirus».

Sgarbi ha poi detto: «Per questa strategia della tensione si inventano associazioni inesistenti e farlocche, che approfittano della paura e della intimidazione, come il sedicente ‘Patto trasversale per la scienza’, che non ha niente a che fare con la scienza e che è espressione di una prepotenza che approfitta della paura dei cittadini e la propaga. Ho dato mandato all’avvocato Cicconi di procedere contro chi si investe della scienza senza averla, diffondendo ignoranza. Vi chiedo di condividere questo messaggio».

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