La Corte Costituzionale riconosce ai detenuti al 41-bis il diritto a quattro ore d’aria giornaliere, dichiarando illegittimo il limite di due ore previsto dalla norma attuale.
La Corte Costituzionale ha sancito una svolta nella disciplina del regime carcerario speciale. Con la sentenza n. 30, depositata il 19 marzo 2025, i giudici hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 41-bis, comma 2-quater, lettera f), della legge sull’ordinamento penitenziario.
La norma, nella parte in cui stabiliva un limite massimo di due ore d’aria al giorno per i detenuti al 41-bis, non rispetta i principi fondamentali. La Consulta ha eliminato tale restrizione, stabilendo che anche questi detenuti hanno diritto ad almeno quattro ore d’aria quotidiane, come previsto per gli altri carcerati dalla disciplina generale dell’articolo 10. Solo in presenza di “giustificati motivi” o per chi è sotto “sorveglianza particolare” le ore possono scendere a due.
I motivi della decisione
La Corte, con una nota ufficiale, ha chiarito i contorni della pronuncia. La questione, sollevata dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari, non mette in discussione l’intero sistema del 41-bis, ma si focalizza su un aspetto specifico: la permanenza all’aperto. I giudici hanno evidenziato che il limite di due ore, introdotto dalla legge n. 94 del 2009, comprime eccessivamente il diritto dei detenuti a luce naturale e aria fresca, senza apportare benefici concreti alla sicurezza collettiva. Quest’ultima, infatti, è garantita dalla selezione rigorosa dei “gruppi di socialità” – composti da un massimo di quattro persone – e da misure che impediscono contatti tra gruppi diversi. La Corte ha sottolineato che la norma censurata non trovava giustificazione né sul piano della ragionevolezza né su quello della rieducazione, obiettivo primario della pena.
Le nuove regole per il 41-bis
Con questa decisione, la permanenza all’aperto per i detenuti al 41-bis segue ora le regole generali. La durata minima sale a quattro ore al giorno, salvo deroghe motivate dalla direzione penitenziaria. Nei gruppi di socialità, ristretti e controllati, i detenuti possono fruire di questo tempo senza compromettere la sicurezza. La Corte ha precisato che la misura vale per chi non è sottoposto a sorveglianza speciale, lasciando invariata la possibilità di riduzioni eccezionali. L’obiettivo è bilanciare le esigenze di ordine pubblico con il rispetto dei diritti fondamentali.
Un segnale di umanità
I giudici hanno posto l’accento sul valore umano della sentenza. Ampliare le ore d’aria significa offrire ai detenuti in regime speciale una condizione di vita più dignitosa. «L’ampliamento delle ore della giornata in cui i detenuti in regime speciale possono beneficiare di aria e luce all’aperto contribuisce a delineare una condizione di vita penitenziaria che, non solo oggettivamente, ma anche e soprattutto nella percezione dei detenuti, possa essere ritenuta più rispondente al senso di umanità», si legge nella nota della Consulta.
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