I ribelli jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham stanno rapidamente avanzando verso sud, arrivando a ridosso della città di Homs, la terza più grande della Siria.
Le forze governative fedeli al presidente Bashar al-Assad stanno cercando di rallentare l’offensiva, ma secondo fonti locali, incontrano notevoli difficoltà nel contenere la pressione. Il Ministero della Difesa siriano ha però negato le notizie di un presunto ritiro delle truppe dalla città, definendole “prive di fondamento”.
Il ruolo della comunità internazionale
La crisi siriana sta spingendo molti Paesi a prendere misure di sicurezza. La Russia e la Cina hanno invitato i propri cittadini a lasciare la Siria, mentre la Giordania ha ufficialmente chiuso il valico di Jaber, l’unico punto di transito per merci e passeggeri tra i due Paesi. Anche il Libano ha annunciato la chiusura temporanea di tutti i valichi di frontiera con la Siria, segno della crescente preoccupazione nella regione.
Israele rafforza il confine con la Siria
A seguito degli sviluppi, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno deciso di rafforzare la presenza militare lungo il confine tra Israele e Siria, dispiegando ulteriori forze terrestri e aeree sulle Alture del Golan. Il capo di stato maggiore delle IDF, il tenente generale Herzi Halevi, ha dichiarato che Israele si sta preparando “a tutti gli scenari”.
L’Iran e Hezbollah in difesa di Assad
L’Iran, alleato chiave del regime siriano, ha deciso di intensificare il proprio supporto a Bashar al-Assad. Secondo una fonte anonima citata da Reuters, Teheran ha già inviato missili, droni e un numero crescente di consiglieri militari in Siria. “Teheran fornisce intelligence e supporto satellitare alla Siria,” ha aggiunto la fonte, sottolineando la determinazione dell’Iran nel sostenere il governo siriano contro l’avanzata ribelle.
Nel frattempo, la milizia libanese di Hezbollah, anch’essa sostenuta dall’Iran, ha inviato un contingente di “forze di supervisione” a Homs per contrastare i ribelli. Questo intervento dimostra il crescente coinvolgimento delle forze sciite nella difesa di una città considerata strategica per il controllo del Paese.
Le dichiarazioni di Erdogan e la posizione turca
La Turchia, altro attore influente nella regione, segue con attenzione l’evolversi della situazione. Il presidente Recep Tayyip Erdogan, rispondendo ai giornalisti, ha dichiarato: “La marcia dell’opposizione continua in Siria, a Idlib, Hama e Homs, e l’obiettivo è, ovviamente, Damasco”. Erdogan ha espresso il desiderio che “questa marcia continui senza incidenti”, sottolineando il sostegno implicito della Turchia ai gruppi di opposizione.
La ritirata governativa da Deir ez-Zor
Oltre a Homs, le forze governative si stanno ritirando anche da Deir ez-Zor, la principale città nell’est del Paese. La perdita di questa città rappresenta un duro colpo per il governo di Assad, evidenziando le difficoltà nel mantenere il controllo su territori strategici.






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