Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, professore di Igiene all’Università di Pisa e responsabile epidemiologia nella task force per l’emergenza coronavirus in Puglia, intervistato dal Messaggero, ha affermato che «il Lazio è la regione dove c’è Roma, una metropoli, e i dati del contagio, qui, possono assumere dimensioni neppure immaginabili. Per questo è indispensabile che le misure siano quanto più dure possibile».

L’esperto ha rimarcato che «se le situazioni che si sono verificate nei piccoli comuni del Veneto della Lombardia si verificassero in una metropoli come Roma, le conseguenze potrebbero essere ancora più drammatiche rispetto a quelle vissute finora. Io sono stato a Roma fino a due settimane fa, la metropolitana era affollatissima. Bisogna usare tutti gli strumenti perché la trasmissione rallenti al massimo. Non possono e non devono esserci assembramenti. In tutte le metropoli dove ci siano mezzi pubblici affollati o uffici pieni di gente le probabilità di trasmissione sono ancora più alte».

Lopalco, a proposito della durata delle misure restrittive, ha affermato: «Non sappiamo ancora quando la curva comincerà a scendere. Finora i dati non sono incoraggianti e i numeri del contagio continuano a crescere. Ma non accadrà in modo repentino. Non possiamo immaginare di riprendere all’improvviso la vita di prima, i divieti dovranno restare in vigore ancora a lungo».

Sempre Lopalco su Twitter ha detto che per uscire dalla situazione in cui l’Italia si trova bisogna «identificare i casi, isolare i contatti e gestire bene gli ospedali», rispondendo a un follower che gli ha chiesto quali strategie si possono adottare per fare in modo che le cosiddette ‘zone rosse’ diventino verdi nel medio termine. Lopalco ha ricordato che le strategie «sono le stesse che servono per spegnere i focolai».

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