Per diverse ore, nella notte tra il 22 e il 23 settembre 2025, gli aeroporti di Copenaghen e Oslo sono rimasti completamente chiusi. Il motivo? La presenza sospetta di droni non identificati che hanno sorvolato le infrastrutture, obbligando le autorità a sospendere ogni attività aerea e a deviare numerosi voli.

Un episodio senza precedenti per la sicurezza aerea scandinava

Secondo le prime informazioni, almeno due o tre droni di grandi dimensioni hanno sorvolato lo spazio aereo dell’aeroporto di Copenaghen, costringendo i voli a rimanere a terra o a essere dirottati su scali alternativi. Una situazione di emergenza durata circa quattro ore, durante le quali la polizia danese ha monitorato l’area con un dispiegamento straordinario di forze.

Un attacco senza danni, ma ad alto impatto simbolico

L’aeroporto danese ha poi riaperto nella mattinata del 23 settembre. Tuttavia, le autorità avvertono che i disagi non sono finiti: sono attesi ritardi e cancellazioni, mentre l’inchiesta per identificare i responsabili è appena iniziata. Le autorità non hanno ancora chiarito la provenienza dei droni né la loro destinazione finale, ma il fatto che siano riusciti a violare l’area di un’infrastruttura critica solleva interrogativi importanti.

Un attacco alle infrastrutture critiche

“Il più grave attacco mai subito da un’infrastruttura danese”. Così lo ha definito la premier danese Mette Frederiksen, intervenuta pubblicamente sull’accaduto. L’episodio, secondo il governo, segna un punto di svolta nella percezione delle minacce ibride in Europa. Non si è trattato solo di un atto provocatorio, ma di un’azione che ha avuto ripercussioni dirette sulla sicurezza pubblica e sull’operatività di un’infrastruttura strategica.

Un contesto europeo di crescente allarme

L’incidente avviene in un clima già teso, in cui si moltiplicano le segnalazioni di violazioni dello spazio aereo, attacchi informatici e operazioni sospette ai danni di aeroporti e reti logistiche nel continente. Il sospetto che tutto ciò faccia parte di un più ampio scenario di destabilizzazione non è più considerato improbabile. Alcuni osservatori parlano apertamente di possibili attacchi ibridi orchestrati da attori esterni, come la Russia.

Il pilota dei droni era un esperto

Durante una conferenza stampa, Jens Jespersen della polizia di Copenaghen ha descritto il pilota dei droni come un soggetto altamente qualificato. I dispositivi sarebbero stati guidati con estrema precisione per molti chilometri, fino a raggiungere lo scalo danese. Questo fa pensare a un’operazione pianificata nei dettagli, forse con l’obiettivo di mettere alla prova la risposta delle autorità locali.

Secondo le autorità danesi, l’episodio potrebbe non essere stato un attacco volto a colpire obiettivi specifici, bensì un esercizio di addestramento o una dimostrazione delle proprie capacità operative. Tuttavia, le implicazioni di un simile gesto restano gravi: testare le difese di un aeroporto internazionale significa sondare i punti deboli di una rete critica per tutto il continente.

La vulnerabilità delle rotte aeree europee

Gli investigatori stanno cercando di comprendere come i droni abbiano raggiunto l’aeroporto. Tra le ipotesi al vaglio, anche quella dell’impiego di imbarcazioni per trasportare i droni attraverso lo Stretto del Mar Baltico, una zona di grande rilevanza geopolitica. Questo renderebbe ancora più complessa la sorveglianza di dispositivi volanti, spesso piccoli e difficili da tracciare con i radar convenzionali.

Le conseguenze di questo evento vanno oltre la Danimarca. Le autorità di sicurezza di altri Paesi europei hanno già alzato i livelli di allerta, temendo che episodi simili possano ripetersi. Il traffico aereo è una delle infrastrutture più vulnerabili, sia per la sua importanza strategica che per la complessità nella gestione della sicurezza a 360 gradi.

Ripresa delle attività, ma con cautela

Nonostante la riapertura ufficiale dell’aeroporto di Copenaghen, la situazione non è ancora del tutto normalizzata. Sul sito ufficiale dello scalo si invita i passeggeri a verificare lo stato del proprio volo e a contattare le compagnie aeree per aggiornamenti. L’operatività completa potrebbe richiedere ore o addirittura giorni.

I media locali riferiscono di una presenza rafforzata della polizia nelle aree limitrofe all’aeroporto. L’indagine è in corso, con un focus particolare sulla tracciabilità dei droni, l’eventuale recupero dei dispositivi e l’analisi di eventuali segnali trasmessi durante il volo.