Il giorno dopo la rottura del patto tra Azione e Partito Democratico, Enrico Letta ha commentato quanto successo, intervistato da La Stampa.
Il segretario del PD ha detto: “Credo che il primo onore sia rispettare la parola data, vale in politica come nella vita: e non una parola data a casaccio, ma una firma fatta davanti alle telecamere”.
I motivi che hanno spinto Calenda a rompere l’accordo con il PD “non credo siano facilmente comprensibili ma mi sento di poter dire che Calenda può stare, secondo quelli che lui stesso ha detto, solo in un partito che guida lui, in una coalizione di cui è il solo leader e in cui non ci sia nessun altro”.
E ancora: “Se un politico, un uomo di Stato, fa saltare gli accordi che ha firmato perchè ha cambiato idea non c’è più politica, siamo su Twitter, dove si può cambiare idea ogni minuto. Ecco. Credo che Calenda abbia scambiato Twitter con il modo reale”.
Letta ha anche commentato la possibilità che Azione e Italia Viva possano unirsi con la volontà di creare un terzo polo: “Renzi e Calenda non riescono a stare in un gioco di squadra. O comandano o portano via il pallone. Questa logica del centro è residuale rispetto ai comportamenti individuali, non c’è una strategia politica. E visto che non vedo una folla di elettori leghisti o di Fratelli d’Italia che corrono verso di loro, è un modo per aiutare Meloni e Salvini, non per contrastarli”.
Poi, a proposito degli avversari, “hanno una cultura istituzionale profondamente diversa dalla nostra, è molto preoccupante. Vogliono introdurre cambi nella costituzione che sarebbero devastanti. Dobbiamo impedirlo con tutto l’impregno che possiamo. E poi il loro rapporto negativo con l’Europa ci porterà nei guai”.
Infine, non ci sarà alcun accordo tra PD e M5S: “Gli accordi sono chiusi: da oggi ognuno fa la sua corsa”.
Commenta con Facebook