Domenica 3 e lunedì 4 ottobre si è votato a Bologna per scegliere il nuovo sindaco del capoluogo emiliano e per il rinnovo del consiglio comunale. A vincere, al primo turno, avendo ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, è stato il candidato del centrosinistra Matteo Lepore, ex assessore alla Cultura, Sport e immaginazione civica.

I DATI (sezioni 445 su 445)

  • Matteo Lepore (Anche Tu Conti, Coalizione Civica per Bologna, Europa Verde, Matteo Lepore Sindaco, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Partito Socialista Italiano – Volt): 61,9%.
  • Fabio Battistini (Battistini Sindaco, Forza Italia – unione di Centro, Fratelli d’Italia, Il Popolo della Famiglia, Lega Salvini Premier): 29,6%.

«L’obiettivo di far diventare Bologna la città più progressista d’Italia è nella nostra storia. Bologna è la scelta di tantissimi giovani, 2 immigrati su 3 che vengono a vivere qui sono italiani. Progressista è una parola antica che ha un sapore nuovo, vuol dire di non stare con i sovranisti, di non lasciare indietro nessuno perché dobbiamo uscire dalla pandemia rafforzando il sistema sanitario nazionale, la scuola comunale, vuol dire essere ecologisti e puntare sulle comunità  locali e sull’Università. Quella progressista è un’Italia che scommette sulla scienza, sull’innovazione e sulla ricerca che ci permetterà di andare dritti alle politiche, tutti insieme, il fronte dei progressisti e dei democratici”. Così Matteo Lepore, il neo sindaco in collegamento a Porta a Porta su Rai1.

«Si delinea una vittoria netta, una vittoria che dà forza al progetto del centrosinistra bolognese, che premia Matteo Lepore e la proposta che ha messo in campo per la città». Così Luigi Tosiani, segretario provinciale del PD bolognese. Per Tosiani la vittoria a Bologna «premia il lavoro di questi lunghi mesi di campagna elettorale, l’idea di una coalizione larga, ampia, politica e civica e dieci anni di buon governo che si sommano a una prospettiva di cambiamento che con coraggio Lepore ha messo in campo». La vittoria di Lepore, auspica Tosiani, «rafforza l’idea di un centrosinistra che con questa prospettiva può guardare alle elezioni politiche 2023 con più fiducia, forte di un’infrastruttura che è quella del Pd che è baricentrica rispetto all’idea di un centrosinistra che qui abbiamo voluto costruire». Resta il nodo affluenza, più bassa della media italiana e nettamente più bassa della tradizione bolognese. Pesa in parte la festivià  del patrono locale, ma in parte, è la considerazione di Tosiani, «c’è anche l’idea di una sfida che non è stata mai messa in discussione».

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