• Tragedia della funivia di Mottarone, i fermati hanno ammesso la propria responsabilità.
  • I tre si trovano in carcere a Verbania.
  • Il freno della cabina è stato “volutamente disattivato”.

Svolta nelle indagini sull’incidente che domenica scorsa, 23 maggio, è avvenuto alla funivia Stresia – Mottarone e che è costato la vita a 14 persone.

I tre fermati, infatti, hanno ammesso di avere lasciato inserito il dispositivo – il cosiddetto ‘forchettone’ – che impedisce il funzionamento del freno di emergenza. Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Verbania, Alberto Cicognani, a Buongiorno Regione del Tgr Piemonte.

Tra i tre fermati c’è Luigi Nerini, titolare dell’impresa che gestisce la funivia, e due dipendenti.

A proposito, sempre dei forchettoni, Cicognani ha rivelato che non si trova il secondo forchettone ma «anche un solo dispositivo, se libero di attivarsi, sarebbe bastato. Abbiamo informazione che questo dispositivo (il secondo forchettone, n.d.r.) c’era. Ora si tratta di cercarlo perché non è stato ancora trovato». I forchettoni, ricordiamo, vengono inseriti ogni notte ma vanno tolti ogni giorno per far ripartire la Funivia.

Sempre Cicognani, ma a SkyTg24, ha ricordato che il capo d’imputazione è rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e nello specifico quando questa condotta provoca un disastro che è quello che è accaduto domenica sulla funivia del Mottarone.

«Il reato è particolarmente grave – ha continuato il colonnello Cicognani – e significa che delle persone hanno disabilitato il freno di emergenza che avrebbe dovuto funzionare nella cabina che è precipitata domenica. Ciò è stato fatto consapevolmente. Abbiamo individuato dei responsabili ma le responsabilità dovranno essere accertate però verosimilmente è  stato fatto con consapevolezza per consentire alla cabinovia di continuare a funzionare nonostante i malfunzionamenti».

In merito alle dinamiche dell’incidente Cicognani ha precisato: «Non possiamo neanche escludere che il malfunzionamento abbia provocato la rottura del cavo. Così come la rottura del cavo sia dovuta ad altre cause e poi semplicemente la disabilitazione del freno di emergenza abbia comportato questa tragica fine».

Inoltre, già nella giornata di sabato c’era stato un blocco: «Da quanto ci e’ stato riferito – ha detto ieri la pm di Verbania Olimpia Bossi – sabato pomeriggio la funivia si è fermata e c’è stato un intervento per rimetterla in funzione». Quindi secondo l’ipotesi accusatoria, la forchetta sarebbe stata lasciata volutamente in posizione per evitare il ripetersi di blocchi e per non interrompere così il servizio in una domenica soleggiata che lasciava prevedere un buon afflusso di turisti.

Articoli correlati