Di felini ne sono noti diversi. Leoni (africani ed asiatici), tigri, leopardi (da quello africano, arabico fino a quello delle nevi), gli americani puma e giaguaro, il velocissimo ghepardo (africano ed iraniano) fino ai comunissimi gatti, selvatici  (europei compresi) e domestici di probabile derivazione libica.

Sembrano esistere da sempre, così come ora gli conosciamo. Il leoni, ad esempio,  nei documentari della savana africana, ma molto meno noti sono quelli asiatici così come i ghepardi iraniani il cui areale, prima delle aggressioni storiche operate dall’uomo, era molto più vasto di quello attuale. I Leoni, ad esempio, esistevano fino a non molto tempo addietro in nord Africa con la sottospecie berbera, così come quello sudafricano del Capo, entrambi estinti. Circa le tigri, invece, sono scomparse per sempre quelle di Bali, del Caspio, di Giava, mentre, per quanto riguarda il Giaguaro, c’era un tempo quello dell’Arizona. Chi lo avrebbe detto?

Nulla di strano, allora,  se i leoni erano presenti fino al 70 d.c. anche in Europa. Gli ultimissimi sopravvissero in Grecia  e poi nel Causaso. Si sa talmente poco di loro da essere ancora incerti sulla loro esatta collocazione tassonomica. Sottospecie  asiatica oppure una tutta europea?

Figuriamoci per altre specie meno note. Chi sa esattamente cosa è un Gattopardo (esiste, non è solo un romanzo, e vive in Africa) o il Gatto leopardo? Non siamo al corrente del loro status,  perchè spesso di abitudini notturne e difficili da studiare. Basta considerare che di Gatto leopardo ne esistono ben undici sottospecie. L’areale è molto vasto e comprende un’ampia fascia che va dall’India fino ai confino russo-coreano. Speriamo che non facciano  la stessa fine di altri  “ferocissimi” felini, tanto feroci, però, da non essere in grado di difendersi dall’aggressività di altro predatore fuori, ormai, dagli equilibri della natura. Armi, trappole ed ora anche i tempi velocissimi dei social network, difficili da inseguire anche per le forze di polizia.  Proprio i Gatti leopardo, sempre più di frequente,  si trovano esposti sul web per essere venduti.

L’ultimo caso è avvenuto recentemente in Vietnam dove gli operatori della ONG ENV (Education for Nature – Vietnam) hanno annunciato il sequestro di alcuni esemplari. Due di loro, infatti, sarebbero stati trovati in vendita su facebook. L’ONG ha così attivato le autorità vietnamite. Un’operazione condotta sotto copertura dagli stessi operatori di ENV che ha consentito di rintracciare il luogo ove erano detenuti. Qui è stato trovato un terzo esemplare.

Saranno ora destiniti ad un centro di recupero, nella speranza di poterli al più presto liberare in natura.

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