Benefici per i parenti ricevuti senza diritto, costi non approvati per privilegi legati all’automobile di servizio, e indennizzi per eventi e cene mai effettivamente organizzati.

Come riportato da Il Corriere della Sera, una indagine ministeriale sul generale Roberto Vannacci si è conclusa evidenziando almeno tre irregolarità. Secondo quanto riferito dal giornale, il dossier è stato già inviato alla giustiziae l’autorità giudiziaria militare sta indagando su accuse di malversazione e frode. Sotto i riflettori degli inquirenti il periodo di Vannacci a Mosca.

I dettagli

Un danno erariale stimato in 9 mila euro è stato valutato per l’utilizzo non autorizzato di un’auto di servizio. In aggiunta, vi sono contestazioni sui rimborsi erogati per sua moglie e figlie, nonché per le spese sostenute per promuovere l’Italia nei ristoranti di Mosca, iniziative dalle quali il suo successore si è dissociato. Nel frattempo, Vannacci ha annunciato la prossima pubblicazione di un libro e si rumoreggia di una sua possibile candidatura alle elezioni europee con la Lega.

Dell’inchiesta si parla dal dicembre scorso e Vannacci la già bollata come “inaccettabile”, suggerendo di aver disturbato alcune figure influenti.

La sua missione in Russia, iniziata il 7 febbraio 2021, è terminata il 18 maggio 2022 in seguito all’espulsione di diplomatici e militari italiani da parte di Mosca, una risposta alla politica di Mario Draghi. Le indagini, durate dieci giorni dal 20 novembre al 1 dicembre 2023, hanno esaminato la gestione amministrativa degli ultimi cinque anni, focalizzandosi in particolare sulle autocertificazioni che hanno portato Vannacci a ricevere indennità di servizio nonostante le discrepanze tra le sue dichiarazioni e i dati sui passaporti di moglie e figlie, incongruenti con le richieste di rimborso.

La questione si complica con la spesa di 9 mila euro per una BMW, apparentemente effettuata senza le necessarie autorizzazioni. Secondo gli ispettori, nel luglio 2018, lo Stato Maggiore aveva previsto la vendita dell’auto entro il 31 ottobre 2018, o in caso di inefficienze che richiedessero costosi interventi di manutenzione. Tuttavia, Vannacci e il suo predecessore, il generale Alfonso Miro, non avrebbero adempiuto a tali disposizioni. Di conseguenza, il caso è stato trasferito alla Corte dei Conti per valutare le responsabilità amministrative e il relativo danno erariale.

Articoli correlati