Nasce il giusto processo penale minorile europeo. Stamattina a Strasburgo l’approvazione a larga maggioranza da parte del parlamento europeo riunito in seduta plenaria, seguita ai negoziati trilaterali con Commissione Europea e Consiglio dell’Unione Europea, condotti dall’europarlamentare siciliana di S&D Caterina Chinnici.
“Sul piano giuridico e dei diritti della persona, si tratta di un atto di maturità e di una svolta storica nella legislazione dell’Unione Europea, perché per la prima volta viene introdotta una disciplina specifica dei procedimenti penali nei confronti di minori. Il risultato raggiunto, nel quale si riflette in buona parte l’esperienza del sistema italiano, è frutto di un ampio dibattito al quale hanno contribuito con sensibilità e idee sia gli attori istituzionali che le parti sociali, ed è un risultato di cui possiamo essere orgogliosi”. L’eurodeputata fotografa così il significato della Direttiva europea sulle garanzie procedurali per i minori penalmente indagati o imputati, di cui è relatrice per conto della commissione Libe (Giustizia) del Parlamento Europeo.
Dopo un ultimo passaggio confermativo in Consiglio, la direttiva sarà pubblicata in gazzetta ufficiale e dal quel momento gli stati membri avranno 36 mesi di tempo per uniformare la normativa interna. La legge riguarderà circa un milione di persone: tanti sono, secondo le stime della Commissione, i minori che ogni anno in Europa entrano formalmente in contatto con le forze dell’ordine e con la giustizia (il 12% del totale della popolazione coinvolta in procedimenti penali).
“Il testo è un catalogo di diritti e garanzie minime – aggiunge Caterina Chinnici – che colma le attuali distanze tra gli ordinamenti nazionali e delinea, almeno nei tratti essenziali, un modello europeo condiviso di giusto processo minorile in cui possa realizzarsi l’equilibrio tra l’esigenza di accertare i fatti di reato, con le relative responsabilità, e quella di tenere nella dovuta considerazione le vulnerabilità e gli specifici bisogni dei minori. Il superiore interesse del minore è posto al centro del sistema giudiziario penale – prosegue – e la direttiva fissa importanti punti fermi tra i quali, innanzitutto, la necessaria assistenza di un difensore, da me fortemente voluta e finora non sempre prevista dalle legislazioni interne, ma anche il diritto del minore alla valutazione individualizzata, la formazione specialistica sia dei magistrati che degli altri operatori coinvolti nel procedimento, e ancora il principio della detenzione separata rispetto ai maggiorenni. Credo che l’applicazione delle nuove regole contribuirà anche al reinserimento sociale dei minori che hanno problemi con la legge e alla prevenzione delle recidive. Si compie inoltre un importante passo verso l’armonizzazione normativa e verso l’ampliamento dello spazio europeo di giustizia, che favorirà il mutuo riconoscimento delle decisioni giurisdizionali tra i paesi membri dell’Unione”.
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