«Qualcuno avrebbe detto che grande è la confusione sotto il cielo. A leggere i commenti al mio post di ieri, e anche qualche pagina di giornale che cita la mia intervista in modo del tutto scorretto, devo dire che è così. Ribadisco allora alcuni semplici punti».

Con un post su Facebook, Monica Cirinnà torna sulla questione green pass e persone trans. «La questione non è quella di esonerare alcune categorie di persone dall’uso del Green Pass. Tutto il contrario: si tratta di mettere le persone trans nella condizione di potere usare il Green Pass come tutte e tutti coloro che lo possiedono – ha spiegato la senatrice del Partito Democratico -. E per fare questo è necessario almeno intervenire sulle modalità di controllo delle generalità, per garantire che il rispetto della riservatezza sia effettivo».

«Devo dire, purtroppo, che dalla lettura della circolare di ieri del Ministero dell’Interno, le cose sembrerebbero essersi se possibile addirittura complicate. La circolare chiarisce infatti che il controllo del documento – di base, discrezionale – è necessario solo quando emergono differenze evidente tra i dati riportati sul Green Pass e l’aspetto della persona», ha proseguito la senatrice.

«Tant’è che alcuni giornali, oggi, fanno proprio l’esempio della persona di aspetto maschile che presenti un Green Pass con dati femminili e viceversa. Questa è esattamente la situazione in cui si trovano le persone trans in attesa di rettifica anagrafica, come ho spiegato ampiamente ieri. Cosa c’è di così difficile da capire?», ha chiesto la Cirinnà.

«Le persone trans si sono vaccinate, come tante e tanti altri: hanno il diritto di poter usare il Green Pass, strumento utile e necessario per proteggere noi stesse/i e la comunità, come tutte e tutti, senza subire però inutili violazioni della riservatezza e della loro stessa dignità», ha concluso la senatrice.

La Cirinnà aveva detto all’Huffington Post: «Ritengo assolutamente necessario intervenire sulle modalità di verifica del certificato verde, per fare in modo che venga rispettata la riservatezza e che le persone trans non vengano umiliate pubblicamente e costrette a rivelare elementi non necessari della propria identità e della propria storia».

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