“Il giochetto di votare provvedimenti disastrosi per il territorio siciliano senza che nessuno lo sappia pare sia finito. Poche ore fa a Vittoria gli agricoltori siciliani, stremati per le troppe mazzate votate dagli europarlamentari italiani dei partiti di maggioranza hanno fatto sentire la loro voce”.
A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, autore della strenua battaglia nelle istituzioni europee per contrastare la proposta voluta dal commissario europeo Federica Mogherini del Partito Democratico, di introduzione senza dazio in Europa di 56 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino (35.000 mila t, che si aggiungono alle 56.000t).
Il provvedimento è stato votato in Commissione Inta, Commissione Commercio Internazionale dagli eurodeputati italiani del Partito Democratico. “I cittadini hanno preso consapevolezza di chi li prende in giro – sottolinea Corrao – . Noi continuiamo nella nostra azione ferma di opposizione a qualunque provvedimento azzoppi ancora di più la nostra economia. Concretamente stiamo predisponendo la richiesta di ritiro della proposta della Mogherini e in più chiederemo alla Commissione Europea interventi mirati a risolvere la grave situazione in cui versano gli agricoltori. Gli agricoltori siciliani e i nostri prodotti sono i primi ad essere sacrificati e colpiti dal deprezzamento ogni qualvolta che l’UE deve infliggere sanzioni, come sta facendo con la Russia, o stringere accordi di libero scambio come l’UE-Marocco, o peggio ancora, giustificare l’aumento delle quote di olio tunisino come aiuto allo sviluppo. Cosa non vera viste le dichiarazioni di De Castro (S&D) (PD Agri) il quale ha chiaramente detto che la Tunisia avrebbe voluto aiuti di ben altro tipo, ad esempio nel settore turistico”.
“Una cosa è fare comunicati spuri, come fanno i rappresentanti del PD in Sicilia, annunciando votazioni a favore del dimezzamento delle quote dell’olio tunisino – spiega ancora Corrao – altra cosa sarebbe stata invece stoppare la proposta all’inizio del suo iter. A questo punto l’unico che potrebbe mettere una pezza a questa schizofrenia del PD non può che essere il capogruppo dell’S&D Gianni Pittella. Pittella ha l’occasione di bloccare il provvedimento con il voto contrario del gruppo S&D che presiede, dimostri che è un degno rappresentante della circoscrizione che lo ha eletto (quella meriodionale, ad alta produzione di olio) e non di essere succube di Schulz e delle manovre di affaristi e privati. La misura dell’olio tunisino – conclude l’aurodeputato alcamese – favorisce solo qualche multinazionale che quell’olio lo commercializzerà e non i piccoli produttori tunisini”.
Il sindaco di Pachino, Roberto Bruno, si è fatto promotore di una protesta congiunta dei sindaci siciliani della fascia trasformata, che manifesteranno lo stato di grave crisi agricola del sudest siciliano attraverso un documento che arriverà al Governo nazionale. «Non possiamo più sostenere – ha dichiarato il sindaco Bruno – il trattato Ue-Marocco socialmente, economicamente e politicamente. Bisogna intervenire urgentemente facendo scattare quelle misure di salvaguardia che sono previste nello stesso accordo e pertanto ci si impegna ad allargare quanto più possibile il fronte di tutti i settori agro-alimentare siciliani e del mezzogiorno d’Italia in un’azione di mobilitazione».
L’idea del documento è nata ieri pomeriggio durante la riunione tenutasi a Vittoria, in presenza del parlamentare europeo Michela Giuffrida e delle rappresentanze di categoria del settore agro-alimentare, per affrontare le gravissime condizioni in cui versa l’agricoltura siciliana, con particolare riguardo alla commercializzazione e alla vendita dei prodotti agricoli. A firmare il documento sono stati anche i sindaci di Rosolini, Corrado Calvo, di Vittoria, Giuseppe Nicosia, di Gela, Domenico Messinese, di Nicosia, Francesco La Rosa e l’assessore di Portopalo, Salvatore Lentinello.
“Gli agricoltori ci hanno incaricato di chiedere al Governo nazionale – ha continuato il sindaco Bruno – di verificare la possibilità di adottare misure urgenti per dare un concreto sollievo ai lavoratori agricoli siciliani, tra cui il taglio temporaneo del costo del lavoro, la sospensione dei pagamenti e oneri fiscali alle imprese agricole, intervenire per riequilibrare i meccanismi di domanda e offerta, intervenire nella rete bancaria per sospendere azioni di pagamento. Alla luce della riconosciuta insularità da parte dell’UE si chiede come compensazione dei maggiori oneri un’immediata riduzione/azzeramento della fiscalità che insiste sull’agricoltura siciliana. Siamo di fronte ad uno stato di crisi straordinario che va affrontato con misure straordinarie di cui i sindaci presenti ne hanno grande consapevolezza e se ne fanno carico ad ogni livello istituzionale”.
Sul caso interviene anche il deputato regionale Pippo Digiacomo del Pd: “Sono sorpreso, conoscendo la sua onestà intellettuale, nel vedere un comunicato a firma della parlamentare Vanessa Ferreri, nel quale viene travisato il senso dell’incontro sulla crisi dell’agricoltura siciliana, avvenuto ieri a Vittoria”.
“Michela Giuffrida – sottolinea Digiacomo – ha manifestato una linea di assoluto dissenso nei confronti di qualsiasi forza parlamentare che non voglia concorrere a risolvere in tempi brevi la drammatica situazione del comparto agricolo siciliano. Dividersi su un argomento di tale delicatezza equivale ad essere sconfitti in partenza. Questa battaglia va affrontata con il massimo dell’unità – continua Digiacomo – senza tentennamenti e senza cedere alla speculazione politica. Tutti i deputati, i sindaci e i gli altri presenti alla riunione che si è svolta a Vittoria – conclude Digiacomo – si sono ritrovati d’accordo sulla necessità di un percorso unitario senza il quale le sorti dell’agricoltura siciliana sarebbero votate al disastro”.
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