La decisione del colosso del fast food

Guerra in Ucraina, McDonald’s chiude i suoi 850 ristoranti in Russia

McDonald’s ha annunciato oggi, martedì 8 marzo, che chiuderà temporaneamente tutti i suoi 850 ristoranti in Russia come reazione all’invasione dell’Ucraina.

Il CEO Chris Kempczinski ha scritto in una lettera inviata agli affiliati e ai dipendenti che la catena sospenderà tutte le attività nel Paese governato da Vladimir Putin. Tuttavia, la multinazionale del fast food continuerà a pagare i suoi 62mila dipendenti russi e la Ronald McDonald House Charities continuerà ad operare.

Negli ultimi giorni, come riportato sul sito della CNBC, il colosso della ristorazione aveva critiche per essere rimasto in silenzio sulla guerra, data la sua grande presenza in Russia. I ristoranti McDonald’s in Russia e Ucraina rappresentano, nel dettaglio, il 2% delle sue vendite a livello sistemico, circa il 9% dei suoi ricavi e il 3% del suo reddito operativo.

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McDonald’s, inoltre, ha svolto a lungo un ruolo simbolico anche in Russia. La catena ha aperto la sua prima sede in Unione Sovietica 32 anni fa a Mosca, alcuni mesi prima della dissoluzione dell’URSS, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Circa l’84% delle sedi russe di McDonald’s sono di proprietà della società, mentre il resto è gestito da franchisee: possedere più ristoranti genera maggiori entrate per l’azienda  ma la espone a maggiori rischi in periodi di turbolenza o recessione economica, spiega CNBC.

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