Diciannovesimo giorno di guerra. Nella notte precedente ai colloqui di stamattina, stavolta online, tra Russia e Ucraina, le sirene antiaereo sono suonate in molte città del Paese e bombardamenti sono stati segnalati anche nella capitale Kiev.

Si è appreso che l’aeroporto di Antonov (Hostomel), nel nord della città, importante terminal cargo e base aerea, è stato colpito da bombardamenti russi, come riportato dalla BBC. Inoltre, è stato colpito anche un edifico residenziale di nove piani e almeno due civili sono morti. E ancora, durante un raid russo, è stata centrata l’antenna di tele e radio comunicazioni della regione di Rivne, come comunicato da Vitali Koval, governatore dell’amministrazione regionale militare di Rivne.

Sul fronte delle relazioni politiche, il Financial Times, citando due funzionari statunitensi, ha rivelato che Mosca avrebbe chiesto a Pechino di fornire equipaggiamento militare fin dall’inizio dell’invasione ucraina, avvenuta il 24 febbraio scorso, all’indomani della fine delle olimpiadi invernali cinesi. Nel dettaglio, la Russia avrebbe chiesto assistenza economica e droni. Oggi, tra l’altro, a Roma, è previsto un incontro tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, e Yang Jiechi dell’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese e capo della Commissione esteri del Comitato centrale del PCC.

Sull’argomento, l’ambasciata cinese a Washington ha affermato di non essere a conoscenza della presunta richiesta di supporto militare. Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, ha detto ai media statunitensi di non avere sentito di alcuna richiesta della Russia, aggiungendo: “L’alta priorità ora è evitare che la situazione di tensione si intensifichi o addirittura sfugga al controllo”.

Infine, come riportato dall’agenzia di stampa Ria Novosti, Pyotr Ilyichev, capo del dipartimento delle organizzazioni internazionali del ministero degli Esteri russo, non esclude che un eventuale accordo tra Russia e Ucraina possa richiedere l’approvazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. “Al momento, quando le parti non hanno ancora raggiunto accordi specifici, è prematuro parlare di adozione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che li risolva ufficialmente. Anche se non varrebbe la pena escludere un tale sviluppo”, ha affermato Ilyichev.

 

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